Mi fa piacere che siano stati resi pubblici i nomi e i costi . E’ giusto che gli abbonati sappiano come vengano utilizzati i fondi destinati al nostro teatro. Sia ben chiaro che i dipendenti, su queste scelte, non hanno alcuna voce in capitolo! Certo salta subito agli occhi vedere un’Opera come i Pagliacci, (che dura soltanto un’ora e che è stata rappresentata appena 4 anni orsono) , con un costo esorbitante: ben 700 mila euro! Non entro nel merito delle scelte, non è mia competenza, mentre lo è di chi è pagato per dirigere e amministrare il danaro pubblico destinato al teatro. Ma mi viene poi da fare delle considerazioni: i finanziamenti del FUS (fondo unico per lo spettacolo) sono legati alla produzione dell’anno precedente . Quest’ Opera così costosa però non aggiungerà nulla, anzi, probabilmente farà perdere qualche punto fus .
Cito l’articolo 6 del Decreto attribuzione Fus:
Art. 6
Disposizioni finali
1. Non sono riconosciuti i costi artistici per cantanti, direttori d’orchestra, registi, scenografi, costumisti, lighting designers, assistenti alla regia, alle scene ed ai costumi, ivi compresi quelli per le compagnie di canto, sostenuti a qualsiasi titolo, qualora essi eccedano la misura del 15 per cento dei costi della produzione. In tal caso, il contributo assegnato viene decurtato dell’importo eccedente, ferma restando l’applicazione dell’articolo 6 del D.M. 28 febbraio 2006 “Disposizioni in materia di coordinamento delle fondazioni lirico-sinfoniche”. I costi artistici sono comunque omnicomprensivi.
Roma, 29 ottobre 2007
IL MINISTRO
(f.to Francesco Rutelli
A giorni quindi, dovrebbe partire la vendita degli abbonamenti e mi piacerebbe vedere seduti li’, nella nostra biglietteria, i colleghi precari storici, quelli che ingiustamente avevano perso il posto di lavoro e che ora, dopo una lunga battaglia giudiziaria, conclusasi con una vittoria, hanno dimostrato che quel posto spetta a loro.Vi invito a rileggere questa mia intervista di qualche tempo fa.