Son là che guardo uno dei telefilm delle serie che più mi piacciono (Magnum P.I., con Tom Selleck), ed ecco che nel corso della storia (l’episodio è quello in due puntate di “Hai visto l’alba stamattina? a mio parere uno dei più belli)
appaiono all’inizio alcuni fotogrammi di un film che ho sempre amato, “Stalag 17 – l’inferno dei vivi”.
Quale miglior occasione allora per rivedere questa vecchia pellicola (del 1953) in bianconero?
Premetto che è interpretato da uno dei miei vecchi idoli (William Holden) e che è diretto da quel mostro sacro di Billy Wilder.
Il primo è stato a lungo il classico attore hollywoodiano: sempre per la regia di Billy Wilder aveva interpretato Viale del tramonto ed era stato avviato così sulla strada della notorietà, interpretando film che ebbero sempre grande successo, quali Il ponte sul fiume Kwai, L’amore è una cosa meravigliosa, Sabrina, inoltre vari western tra i quali L’assedio delle sette frecce e Soldati a cavallo ed altri film di guerra come il magnifico Il falso traditore e La settima alba.
Che dire di Billy Wilder? Vincitore di ben 7 Oscar sia come regista ma anche come sceneggiatore di pellicole non solo drammatiche, del genere noir che prediligo, ma pure di commedie; tra le prime preferisco il già nominato Viale del tramonto, poi La fiamma del peccato (straordinaria Barbara Stanwyck), Giorni perduti, L’asso nella manica, Testimone d’accusa ed appunto Stalag 17, per l’interpretazione del quale William Holden vinse l’Oscar come attore protagonista, mentre Billy Wilder ebbe solo la nomination per la miglior regia. Ma in seguito Wilder si affermò maggiormente per le commedie: Sabrina, A qualcuno piace caldo (indimenticabile) Arianna, Un,due,tre, Irma la dolce, Baciami stupido e quelli con altri due mostri sacri del cinema: Jack Lemmon e Walther Matthau, coppia costituitasi con Non per soldi, ma per denaro, e consolidatasi in altri film come Prima pagina e Buddy buddy (gli altri film in coppia non li girarono con Wilder). Con il solo Lemmon ha girato ad Ischia un film delizioso Che cosa è successo tra mio padre e tua madre.
Nella baracca 17 dello Stalag (Stammlager, ossia campo di prigionia), si suppone che tra i reclusi si sia infiltrata una spia tedesca. Tutti sospettano del sergente Sefton,che ha sempre una fortuna sfacciata e gode di vari privilegi, dovuti però solo alla sua cinica abitudine di trafficare con tutti, prigionieri e sorveglianti. Un primo tentativo di fuga di due reclusi viene tragicamente sventato,
Un’altra nomination all’Oscar come attore non protagonista andò all’attore Robert Strauss per la sua interpretazione del sergente Kuzawa, soprannominato “Caprone” per la sua trasandatezza, infatuato dell’attrice Betty Grable.
Tra le musiche, When Johnny Comes Marching Home, una canzone scritta durante la guerra di secessione e che narra della gioia di amici e parenti per il ritorno dalla guerra di un soldato.
Quando Johnny verrà di nuovo a casa, marciando,
Urrà! Urrà!
Allora gli daremo un benvenuto di cuore
Urrà! Urrà!
Gli uomini acclameranno e i ragazzi grideranno
Le donne accorreranno tutte
E ci sentiremo tutti lieti, quando Johnny tornerà marciando a casa.
La vecchia campana della chiesa squillerà con gioia
Urrà! Urrà!
Per accogliere a casa il nostro caro ragazzo,
Urrà! Urrà!
I ragazzi e le ragazze del villaggio, per esempio,
Copriranno di rose la strada,
E ci sentiremo tutti lieti, quando Johnny tornerà marciando a casa.
Preparatevi al festeggiamento,
Urrà! Urrà!
Che faremo per l’eroe tre volte tre,
Urrà! Urrà!
La corona d’alloro adesso è pronta
Per ornare la sua fronte leale
E ci sentiremo tutti lieti, quando Johnny tornerà marciando a casa.
Pace ed amicizia, in quel giorno,
Urrà! Urrà!
Mostrino dunque i loro eletti piaceri,
Urrà! Urrà!
E ciascuno faccia la propria parte,
Per riempire di gioia il cuore del guerriero,
E ci sentiremo tutti lieti, quando Johnny tornerà marciando a casa.
Archiviato in:cinema teatro e televisione, Musica Tagged: Billy Wilder, Hai visto l'alba stamattina?, Magnum P.I., Otto Preminger, Robert Strauss, Stalag 17 l'inferno dei vivi, Tom Selleck, William Holden