Stampare moneta: è davvero così pazza l'idea di Berlusconi?

Ammettiamolo: quando s'è saputo che, nei giorni scorsi, nel corso di un'assemblea di parlamentari del PDL, Berlusconi ha lanciato la battuta: "Bisogna stampare più Euro. Se non lo fa la BCE, facciamolo noi con la nostra zecca", anche i più accaniti sostenitori del Cavaliere devono aver pensato, agghiacciati: "Ecco l'ennesima fesseria detta davanti ad un microfono".Se, tuttavia, ragioniamo con calma e facciamo la tara delle forzature in essa contenute, scopriamo che la battuta di Berlusconi ha colto nel segno.La crisi del debito sovrano nella quale versano i Paesi aderenti all'Euro è, infatti, principalmente una crisi di liquidità.Come ha ben chiarito Marco Fortis nell'articolo di fondo de Il Messaggero di oggi, l'Europa è la sola ed unica area del mondo che, a causa dei rigidi vincoli che si è imposta da sé, pretende di pagare i debiti degli Stati utilizzando esclusivamente la moneta già circolante, senza stamparne di nuova.Gli Stati Uniti ed il Regno Unito, ad esempio, costretti a fronteggiare un debito pubblico enorme, hanno deciso di pagarlo stampando nuova moneta.La Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra hanno così immesso nel mercato forti iniezioni di liquidità. Risultato: alleggerimento delle posizioni finanziarie di Stati Uniti e Regno Unito, tassi di interesse (da noi sarebbe il famigerato "spread") sotto controllo ed il paventato rischio di crescita dell'inflazione al momento del tutto sostenibile (non sono alle viste i temuti scenari Weimariani).Del resto, che per uscire dalla crisi occorra (anche) aumentare la massa complessiva della moneta circolante (stimolando così il credito e i consumi) non lo dice soltanto Berlusconi ma anche il noto economista statunitense Paul Krugman, cioè quanto di più lontano dal Cavaliere vi possa essere in termini ideologici e di dottrina economico-finanziaria.