Regia: Rob Reiner Anno: 1986 Titolo originale: Stand By Me Voto: 8/10 Pagina di IMDB Pagina di I Check Movies Acquistalo su Amazon
E' da paura. E non c'entra davvero niente il fatto di essere basato su The Body, un racconto di Stephen King. Forse ha ragione chi dice che sono attratto da quelle storie dove riaffiorano i ricordi adolescenziali ed i protagonisti vivono una piccola grande avventura, ma è un dato di fatto che Stand By Me, in tutta la sua semplicità è un capolavoro di armonia e sostanza. Malinconico ed adulto il ricordo dell'infanzia ci accompagna per tutta la durata della pellicola, riuscendo a farci immedesimare in situazioni anche lontane ed improbabili. La sua forza è il non avere età, perchè tutti siamo stati dodicenni, anche se nessuno lo è stato in quella atipica Castle Rock situata in Oregon. Tutti noi siamo stati Gordie, Chris, Teddy o Vern. O li abbiamo conosciuti, ci abbiamo giocato, ci abbiamo scherzato, li abbiamo ignorati e li abbiamo persi di vista. Reiner, con il soggetto di King, riesce a rendere immensa una comune storia adolescenziale, di quelle che sono all'ordine del giorno, che non hanno niente di spettacolare se non il fatto di essere genuine. Le emozioni che sprigiona sono tante e restano marchiate a fuoco per diverso tempo. Tutto questo grazie alla mano esperta della regia che sapientemente non abbandona niente al caso, riesce a sfruttare e cogliere ogni piccolo particolare renderlo importante. Sa fungere da cassa di risonanza ampliando un dettaglio banale e trasformandolo in un gioiello emotivo. Dobbiamo dare merito di questo anche allo straordinario cast che compone l'orchestra di volti giovani e giovanissimi. Per il 1986 avevamo molte eterne promesse, alcune purtroppo non mantenute, ma di certo essenziali per la riuscita di questo film. Will Wheaton (Star Trek e The Big Bang Theory), River Phenix (Exploers e Indiana Jones e l'ultima crociata), Corey Feldman (I Goonies, Gremlins, Venerdì 13, Ragazzi Perduti), Jerry O'Connell (Il mio amico Ultraman) e Kiefer Sutherland (l'unico che possiamo dire aver sfondato) hanno tutti un'accuratezza espressiva degna dei migliori caratteristi del cinema. Sia nelle scene di forte adrenalina che in quelle di impatto emotivo riescono sempre a gestire la situazione al meglio. Ogni personaggio è ben curato dal punto di vista psicologico e riesce a non sovrastare gli altri: la giusta dose di tutti i protagonisti rendono l'avventura deliziosamente corale. Alcuni dialoghi dalle sembianze adolescenziali si rivelano profondi e sono portati avanti con maestria nelle situazioni più disparate. Se da una parte lasciano spazio alla spensieratezza giovanile, dall'altra inseriscono numerosi punti interrogativi sul futuro ed altri esclamativi su temi non sempre facili da affrontare. Disincantati e disillusi i ragazzi crescono e questa è l'estate che li porta ad essere uomini, forse senza neanche che loro stessi se ne accorgano. Ognuno a modo suo cresce, si spoglia dei propri timori e delle proprie vergogne, riesce a fare affidamento sul gruppo e su sè stesso. Grazie, Reiner, grazie King, uno dei migliori prodotti drammatici che possiamo avere ed apprezzare.