Le Agenzie di rating esistono da un secolo, ma in effetti le loro attività sono conosciute dalla massa dei risparmiatori da circa dieci anni a questa parte. Nel mondo ne esistono oltre cento, ma quelle che contano e che hanno peso sono solo tre: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Le prime due coprono il 40% circa ciascuna del mercato, la terza il 15%. Per dare meglio l’idea del loro potere, possiamo dire che i giudizi che esprimono ogni anno riguardano titoli per un ammontare superiore a 30mila miliardi di dollari. I loro guadagni sono enormi: Standard & Poor’s e Moody’s fatturano una media annua di circa 8 miliardi di dollari.
Ma cosa sono i rating? Sono giudizi che queste Agenzie esprimono sulle capacità di un emittente (Azienda o Stato) di ripagare il debito contratto con il mercato. Alle obbligazioni
di una Azienda o ai titoli di uno Stato, assegnano un voto espresso attraverso lettere dell’alfabeto: dalla tripla A (il massimo) a scendere fino alla D (default). Ciascun livello esprime l’affidabilità dell’emittente e di conseguenza un diverso grado di rischio che l’investitore ha di non ricevere indietro alla scadenza il denaro impiegato e/o di non percepire gli interessi a lui spettanti.
Per avere un rating, una società (o uno Stato) deve fare una richiesta ad un’agenzia, pagando il servizio. L’agenzia esamina la società studiandone i bilanci e i fondamentali economici e finanziari e incontrando anche i manager. Finito l’iter, il rating viene pubblicato e diventa noto al mercato. Ed ecco che insorge un problema di conflitto di interessi: essere pagati da una società per fornire un giudizio sulla società medesima. Inoltre succede anche che le agenzie spesso fanno da consulenti, a pagamento chiaramente, per valutare i titoli emessi dalla stessa società.
Il potere delle Agenzie di rating è enorme ed anche incontrollato. Nonostante le intenzioni della comunità europea e degli americani di regolamentare l’operato delle agenzie, poco e nulla è stato fatto in questo senso, lasciando dunque il mercato alla loro dipendenza. In questo momento, poi, è praticamente impossibile. Per cui i mercati sono in balìa delle tre “sorelle” Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, il cui parere vale di più di quello dell’Fmi (Fondo monetario internazionale), della Bce (Banca centrale europea) e di altri enti a livello mondiale.
In passato sono stati commessi errori clamorosi dalle Agenzie di rating, ma nonostante ciò gli investitori sono “costretti” a prendere in considerazione i rating da loro emessi nella scelta dei titoli su cui puntare. E questo perchè è il mercato che vuole i rating, ne è influenzato e ne ha bisogno per operare.
Moody’s Standard & Poor’s Fitch Ratings Descrizione
Lungo termine Breve termine Lungo Termine Breve termine Lungo termine Breve termine
Aaa P-1 AAA A-1+ AAA F1+ “Prime”. Massima sicurezza del capitale.
Aa1
AA+
AA+
Rating alto. Qualità
più che buona
Aa2 AA AA
Aa3 AA- AA-
A1
A+
A-1
A+
F1
Rating medio-alto.
Qualità media
A2 A A
A3 P-2 A- A-2 A- F2
Baa1
BBB+
BBB+
Rating medio-basso.
Qualità medio-bassa
Baa2 P-3 BBB A-3 BBB F3
Baa3 BBB- BBB-
Ba1
Not Prime
BB+
B
BB+
B
Area di non-investimento.
Speculativo
Ba2 BB BB
Ba3 BB- BB-
B1 B+ B+ Altamente speculativo
B2 B B
B3 B- B-
Caa CCC+ C CCC C Rischio considerevole
Ca CCC Estremamente speculativo
C CCC- Rischio di perdere il capitale
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