Star Wars: dallo schermo ai romanzi

Creato il 14 novembre 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana non è solo una citazione da “Guerre Stellari”, il primo film della saga di Star Wars del ’77 e l’inizio di un fenomeno che si è sviluppato attraverso pellicole cinematografiche, ma anche serie animate, videogiochi, fumetti e romanzi.
Eppure, per quanto sembri essere da sempre parte della nostra cultura e venga spesso citata in contesti molto distanti dalla fantascienza, ci fu un tempo in cui sparì nel nulla. Verso la fine degli anni ‘80, circa un decennio dopo il successo e gli incassi della prima trilogia, l’interesse per il conflitto tra l’Alleanza Ribelle e l’Impero fu sostituito da altre saghe nate in quegli anni come “Ghostbusters”, “Indiana Jones” o “Ritorno al futuro”, tanto per citarne qualcuna.

Agli inizi degli anni ’90, la pubblicazione di una serie di romanzi scritti e ambientati nell’universo narrativo creato da George Lucas rappresentò l’arrivo di un nuovo tassello. L’operazione risvegliò l’interesse dei vecchi fans e riuscì a incontrare il favore delle nuove generazioni, assicurandosi una nuova spinta per arricchire l’immaginario conosciuto e la creazione di nuovi prodotti.
In questi giorni è stata annunciata la fine delle riprese del settimo episodio e il pubblico è in attesa di vedere la nuova trilogia diretta da J. J. Abrams e prodotta dalla Disney che, a quanto ci è dato di sapere, narrerà le vicende di Luke Skywalker e compagni dopo la caduta dell’Impero.
Ma questa non è la prima volta che il futuro di Star Wars prende forma. La rinascita degli anni ’90 era proprio partita dallo stesso presupposto e potrebbe essere un buon termine di paragone per valutare ciò che vedremo sul grande schermo e scoprire se davvero c’era bisogno di inventare nuove minacce che attenteranno alla pace della galassia lontana lontana.

“L’erede dell’Impero” uscì nel ’91 e fu il primo capitolo della trilogia di romanzi scritta da Timothy Zahn che ebbe il merito di apportare nuova linfa nella saga di Star Wars. Riassumere in poche righe la trama non è cosa semplice, poiché l’autore è riuscito a creare un tessuto narrativo particolarmente efficace in cui molti protagonisti intrecciano il proprio cammino e molte delle vicende narrate nascono in questo primo romanzo, ma si evolvono nel secondo capitolo “Sfida alla nuova repubblica” e terminano, non senza sorprese, nel terzo capitolo conclusivo “L’ultima missione”.
Molto superficialmente, si potrebbe scrivere che Leila Organa e il comandante Han Solo si sono sposati e dalla loro unione nasceranno due gemelli in cui la Forza scorre potente, mentre il fratello Luke Skywalker è il capostipite di una nuova discendenza di cavalieri Jedi. Tutto questo mentre il Grand’Ammiraglio Thrawn, l’ultimo dei dodici grandi ammiragli, prende il comando della flotta Imperiale e si prepara a un nuovo conflitto recuperando la tecnologia segreta dell’Imperatore, conservata in una base segreta nel monte Tantiss sul pianeta Wayland, e sfruttando il prezioso contributo del misterioso Jedi Oscuro Joruus C’Boath, clone del defunto cavaliere Jedi Jorus C’Boath.

Vincitore del premio Hugo nell ’84 con il romanzo “Punto di caduta”, Timothy Zahn è uno scrittore in grado di tessere una trama elaborata, ma mai complessa, che trascina il lettore attraverso una continua serie di eventi. Altro grande merito è la capacità di ricreare fedelmente i caratteri conosciuti sul grande schermo e di ampliare il “cast” inserendone altri particolarmente riusciti come Mara Jade e Tallon Karrde.
Il grande ammiraglio Thrawn è il vero protagonista della trilogia e, pur non essendo uno Jedi passato al Lato Oscuro, riesce a sostenere il confronto con antagonisti come Darth Vader o lo stesso Imperatore.
È l’unico dei dodici grandi ammiragli a non avere origini umane. Grazie alle sue capacità è riuscito a superare la diffidenza dell’Imperatore verso gli alieni e ad accedere alla carica più alta della flotta imperiale. Nato sul pianeta Csilla, appartiene alla specie Chiss, le cui caratteristiche sono i capelli neri, la pelle blu e occhi rossi luminosi. È un amante dell’arte, un genio militare in grado di elaborare strategie tattiche imprevedibili ed è capace di ordire piani contro gli avversari anche al di fuori del campo di battaglia. Pur avendo un aspetto regale, non è così orgoglioso da non capire quando è il momento di ritirarsi per non sprecare la vita dei propri uomini o importanti risorse dell’Impero.
Un personaggio interessante in grado di rimanere impresso nella memoria di ogni appassionato di Guerre Stellari.
“L’erede dell’impero” è un buon avvio per una trilogia; il romanzo avvia vicende che trovano compimento nel capitolo finale. Inutile dire che se leggerete questo primo capitolo, non riuscirete a resistere e vi immergerete tra le pagine dei due seguiti.
In ultimo, pur avendo oltre vent’anni, il romanzo non risente del tempo trascorso e nell’edizione Multiplayer.it (544 pagine, € 17,90, disponibile anche in formato ebook) è corredato da una serie di note e interventi che svelano parte dei retroscena affrontati dall’autore per la stesura.

Mirko Giacchetti



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