Il grande punto di forza del film, forse aiutato dal mito creato in precedenza, è proprio l'attesa del collegamento, la curiosità di vedere come tutti i fatti, picoli o grandi che fossero, sarebbero andati a legarsi ai notissimi avvenimenti della trilogia originale, la caduta morale di alcuni personaggi, la loro trasformazione, la nascita di altri, i legami affettivi e di sangue, e via discorrendo. Finalmente, pur preferendo un approccio alla materia di tipo diverso, il film è quasi sempre visivamente di alto livello nonostante continuino a essere presenti alcune pecche e sequenze a mio avviso stonate (quella specie di drago che cavalca Obi-Wan, il fetente di turno generale Grievous, lo scenario lavico per citarne alcune). Nel complesso però ci siamo, Lucas sembra giocarsi le carte migliori sul finale, stesso discorso vale per la scrittura dei personaggi dove troviamo almeno per il lato oscuro della Forza interessanti evoluzioni. Il senatore Palpatine (Ian McDiarmid) mostra la sua vera natura e la corruzione, sua personale ma emblematica della Repubblica tutta, trova riscontro fisico nel decadimento dello stesso per mano del maestro jedi Mace Windu (un Samuel Lee Jackson ancora sottoutilizzato). Allo stesso modo la caduta di Anakin Skywalker (Hayden Christensen) è ampiamente argomentata e ben delineata, raggiungendo uno spessore non consueto all'interno della saga.
Hayden Christensen, che non sarà mai uno degli attori più bravi del globo terracqueo (tra l'altro che fine ha fatto?), offre qui una prova più che dignitosa, meno acerba che in passato e comunque migliore di quella di colleghi più blasonati, dando al personaggio più affascinante della saga la giusta intensità nel momento chiave delle sua esistenza (ne avrà un altro poco prima di morire).
I pezzi, e forse non era così facile, sembrano andare tutti al loro posto. Unica osservazione/dubbio che è saltato fuori dalle nostre parti, grazie alla capacità di attenzione di mia moglie, è la seguente: ne Il ritorno dello jedi Leila dice a Luke di ricordare la sua vera madre, morta quando lei era ancora piccola, di ricordarla come una donna di una dolcezza velata di tristezza. Insomma, alla luce dei fatti narrati in Episodio III questa affermazione non può risultare veritiera. A parte questo mi sembra che torni più o meno tutto.
Molto buoni alcuni momenti dai toni epici e maestosi come altri drammatici, uno su tutti l'epurazione dei maestri jedi da parte dei traditori della Repubblica e il fato destinato ai loro giovani apprendisti. Sequenza forse un poco forzata. Seguitemi. Per diventare jedi è indispensabile che la Forza sia ben presente nell'allievo, il padawan affronterà un percorso duro e lungo che lo preparerà a diventare un maestro jedi. Allora com'è che gli unici jedi degni di questo nome sembrano essere Obi-Wan, Yoda e i soliti noti, capaci di tener testa da soli a orde di nemici con una cazzo di spada laser, e gli altri sembrano una massa di coglioni che potrebbe far fuori uno storm trooper qualsiasi? Non ci siamo, su questo punto proprio non ci siamo, così il maestro jedi lo so fare pure io.
Andando a concludere questo lungo viaggio che ha toccato i sette capitoli della saga (e che potrebbe anche rinnovarsi con altro), si può dire che questo si conferma l'episodio migliore della seconda trilogia, avrebbe giovato di un minutaggio più contenuto ma riserva diverse emozioni degne del nome della saga. In ogni caso vale la pena guardare questa epica vicenda nella sua interezza, c'è sempre la possibilità di trarre un po' di piacere da ogni capitolo, allora perché non farlo? Per chi non avesse mai approcciato il mito di Star Wars è ora di farlo, che lo Sforzo sia con voi.