Mi sento come se avessi preso tra le mani uno di quei fiori bianchi che semrbano fatti di cotone e ci avessi soffiato sopra tutte le mie speranze.Sparute, danzano nel sole di questa notte, illuminate da quel fuoco di scintille che sanno essere i pensieri.Ma quando le scintille si spegneranno dove andranno queste speranze? Si appoggeranno su quel tappeto di nulla su cui a volte ho l'impressione di camminare.No, non glielo lascerò fare. Terrò vive quelle scintille come fuochi d'artificio nella notte più bella del mondo, soffierò su quelle speranze fino a farle arrivare al cielo, dove condenseranno e pioveranno come cose accadute a bagnarmi i capelli e i vestiti di quell'acqua che mi manca ma sta per arrivare. Come è giusto che sia.E non sto sognando ad occhi aperti, sto solo facendo quello che avrei dovuto fare da tempo. Crederci.
Quale essere umano bizzarro so essere, che devo chiedere il permesso a me stessa per credere in qualcosa che sto già facendo.
Mi sento così tante cose, dentro e addosso, che non riesco nemmeno a scrivere stanotte. Non riesco nemmeno a scrivere, punto. E la sabbia scivola inarrestabile dallo stretto di Finlandia della clessidra che mi conta i giorni, le ore, i respiri.
La magnolia giapponese di piazza Beccaria è sbocciata, esplosa di vita, di una bellezza per cui vorrei poteste lasciarvi piangere, una volta nella vita. I granelli di neve si stanno accumulando anche attorno a questa sedia scomoda, segno che dovrei già essere a letto. Me ne vado a dormire con un pensiero. Stendermi sotto quella magnolia a guardare le stelle perdersi tra i rami e fare l'amore con la miriade di fiori; la luna sul comodino, e i lembi del profumo della vita tirati fino agli occhi, per non sentire freddo. E' tutto così bello e doloroso da diventare quasi insostenibile. Mi addormento esausta, mi risveglio col sorriso, sotto quella cascata di fori rosa che non so se riuscite anche solo ad immaginare e un sole che sembra parlare alle mie spalle nude.