Quando si progetta una startup si comincia con un sogno chiamato “Idea” e si finisce con l’incubo del “cash flow”.
In effetti la mancanza cronica di soldi è il peggior nemico di una startup, prima ancora che i competitor o il mercato; perché senza i soldi ci si può anche stare, ma non per molto, meno che meno in Italia.
Per dirla tutta, a conti fatti, l’Italia è uno dei posti peggiori del mondo dove partire con una startup se si è corti di cash; per capirlo basta fare davvero due conti: mettiamo da parte, per una serie di motivi che saranno chiari in seguito, le “semplificate” o “giovanili” da 1 euro di capitale e supponiamo di aprire una società di capitali, una s.r.l. tanto per capirci e supponiamo pure che “Friends and Family” finanzino i famosi 10.000€ di capitale sociale. Ecco un veloce conto economico relativo al primo anno di attività del potenziale socio/imprenditore che lavora nella startup per farla partire, indipendentemente dal tipo di attività e dalle vendite (magari averle già il primo anno!)
Non mi dilungherò oltre, questi numeri si commentano da soli.
Al di là di recriminazioni sui costi del sistema per le Startup in Italia, la conclusione che ne può trarre chi ha spirito imprenditoriale e tanto, ma tanto, ottimismo è semplicemente che dovrà trovare velocemente fonti finanziarie con cui far fronte ai costi che ci siamo detti.
La prima soluzione che viene in mente, guardando a come funziona il sistema oltreoceano, ma anche altr’Alpe, in Germania o in Inghilterra, è quella di trovare un Business Angel e magari un Venture Capital disposti a finanziare la famosa idea che cambierà il mondo. Eppure, per quanto possa sembrare assurdo, non è detto che questo sia il modo migliore per cominciare, per una serie motivi che potete apprfondire scaricando l'articolo completo pubblicato sul 2° numero di Econtrolling 2013.
Per approfondimenti vi suggeriamo anche di leggere l'intervista che qualche mese fa avevamo fatto a Marco Regazzo