Stasera alle 20,45 Genova ospita la sfida tra l’Italia di Conte e l’Albania (tv Rai1, Rai HD)

Creato il 18 novembre 2014 da Nicola933
di Umberto Marzano - 18 novembre 2014

Dopo il pareggio per 1-1 contro la Croazia, stasera alle 20,45 l’Italia di Antonio Conte scende in campo a Genova per affrontare in amichevole l’Albania di Gianni De Biasi. A provare ad aiutare la città, tra solidarietà, voglia di rimboccarsi le maniche ma anche polemiche, è proprio la Nazionale di calcio. Stasera gli azzurri scendono in campo per manifestare certo vicinanza, ma soprattutto per raccogliere fondi.
La federcalcio dopo l’alluvione di un mese fa aveva risposto rapidamente alla richiesta di una mano, organizzando per subito l’amichevole con l’Albania inizialmente prevista a Parma: poi di fronte alla nuova situazione si era detta a 48 ore dall’incontro disponibile al passo indietro. «Non vogliamo essere d’intralcio». «No, si gioca» la risposta arrivata dalla Prefettura, domenica. La Lega Nord ha protestato: «è inopportuno, non si deve giocare». Ma anche il presidente del Genoa Preziosi ha avuto da ridire, dopo che al primo annuncio un mese fa si era detto favorevole: «Io dico che forse non è il clima ideale», il suo più o meno involontario gioco di parole. «Non si può distrarre da tutto quello che è successo con una partita di calcio. Anzi, bisognerebbe focalizzare. Non credo che ci siano proteste, ma è una giornata molto particolare e forse una partita non riesce a cancellare ciò che sta succedendo a Genova». «La situazione è difficile, ancora ieri non riuscivo ad uscire di casa», confessa alla vigilia il doriano De Silvestri, uno degli otto azzurri della colonia sampdoriano-genoana chiamata per questo match dal ct Conte. «Quegli angeli del fango sono stati meravigliosi per la velocità con la quale hanno ripulito la città per quel che potevano – le parole del terzino doriano - Ricordo che volevo andare ma non si riusciva a passare. Ma ci sono diversi modi per aiutare: noi speriamo di farlo non solo con un po’ di svago e di festa, ma anche con la raccolta di fondi. Tra noi giocatori ci siamo sentiti subito dopo la prima alluvione e abbiamo stanziato un budget per aiutare la città». Antonelli, da quattro anni al Genoa, ricorda invece «di aver vissuto anche la tragedia del 2011: i genovesi non si abbattono mai, anche quando sono in ginocchio sanno rialzarsi». Di sicuro, stanno in queste ore febbrilmente risistemando la città. E anche le zolle del terreno di Marassi, colpite dalla pioggia dopo il test match che gli azzurri di rugby hanno anticipato a venerdì per l’allerta in arrivo.
Italia-Albania si gioca invece per solidarietà, oltre che come test tecnico. Ai 350 mila euro già stanziati da Lega di A e Dilettanti si aggiungeranno soldi da B, Lega Pro, Aic, Aiac e Aia, più una porzione dei diritti tv, il corrispettivo dei 900 biglietti omaggio dell’ultima partita azzurra a Genova (per l’occasione la Figc li ha aboliti), più la raccolta fondi pubblicizzata con l’evento (800585858): da Tavecchio in giù, pagheranno tutti i biglietti per gli ospiti. Il ricavato sarà destinato alle strutture calcistiche devastate dalla pioggia. «Anche per noi è stata un’Odissea arrivare – racconta Gianni De Biasi, l’italiano che allena l’Albania – Da Reims dovevamo atterrare a Genova ma era impossibile, siamo dovuti passare per Milano. Purtroppo Giove Pluvio non la smette di rompere…La Figc ha voluto così, e per noi è bello sapere di poter dare una mano a Genova». De Biasi confermerà quasi in blocco la nazionale che ha figurato bene contro la Francia, Conte invece gioco forza cambierà moltissimo: 14 nuovi convocati, tutti gli azzurri impiegati domenica contro la Croazia sono tornati a casa. Col rientro di Bonucci Conte potrebbe confermare il suo 3-5-2 ma l’impressione è che i tre allenamenti (due ieri a Milano, uno stamattina a Pegli) siano pochi per istruire i nuovi. Forse meglio uno scolastico 4-4-2. In ogni caso il Ct avrà modo di vedere all’opera Bonaventura, Giovinco, Destro. A Marassi sono attesi 10 mila tifosi albanesi, da Tirana ma anche dal Nord Italia, dalla Svizzera e da altri paesi. Difficilmente i genovesi risponderanno con entusiasmo maggiore, nonostante i prezzi popolari. Genova per loro è una ferita aperta.

Alla ricerca del talento perduto. Quando Antonio Conte ha accettato la proposta di Tavecchio sapeva, per sua ammissione, di affrontare una sfida davvero ardua. Ma l’allarme lanciato dopo le prime settimane di lavoro con la nazionale e ribadito con parole ancor più chiare domenica («dobbiamo lavorare con quel che abbiamo, e non abbiamo tantissimo…») è un grido di dolore che riassume anni di crisi tecnica. E chiama tutti, dai club a Leghe e Federcalcio, a un soccorso azzurro. Il confronto con la Croazia ha fornito risultati espliciti. L’1-1 certo, e un intaccato primato di audience per la nazionale azzurra: 10,1 milioni di telespettatori contro i 9.7 della Germania e i 4,7 della Spagna nei rispettivi turni di qualificazione, un titolo europeo che conferma l’ottimismo dell’advisor sull’impatto del marchio. Quanto a quello con la Croazia, Conte ha però tratto conclusioni diverse. L’assedio del secondo tempo, il possesso palla degli avversari, la differenza di tocco di palla hanno detto chiaramente quanto terreno abbia perso la nazionale quattro volte campione del mondo. La generazione passata è sfiorita, come dice la papera di Buffon; quella a venire non è mai sbocciata, come racconta il rapido ritorno a casa di Balotelli. Risultato, l’Italia che un tempo faticava contro il cosiddetto Brasile d’Europa ma non andava in soggezione tecnica, ieri ha dovuto subire. E far ricorso a tutte le armi possibili, ma non certo alla classe pura, per tenere botta. «I talenti non nascono tutti gli anni, ma sono sicuro che torneranno», ha detto Adriano Galliani. «Il nostro calcio non ne produce più, e bisogna trovare rapidamente una strategia», ha replicato Marotta. Sono le due anime contrapposte della Confindustria del calcio. Ora la Federcalcio di Tavecchio e Lotito si appresta a varare le prime riforme per il rilancio tecnico: rose ristrette con incentivi agli under e curricula per l’ingresso degli stranieri, e poi la nascita di centri federali per i dilettanti. Ricette immediate, per una crisi cronica: da Totti a Giovinco, il passaggio è esplicito. «Lippi mi ha ricordato che quando vinse lui il Mondiale la percentuale degli italiani impiegati nelle squadre di club era del 64 per cento, ora si è dimezzata: dobbiamo correre ai ripari», è stato l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Conte. Totti, Del Piero, Gattuso, Cannavaro giocavano le coppe europee, «Zaza e Immobile invece fino a due anni fa erano in B. E andate a contare le presenze internazionali dei nostri undici giocatori e di quelli della Croazia», l’aggiunta del Ct dopo il pari di San Siro. Gli annali insegnano che Conte è abituato a lavorare con i gregari, ma anche lui una volta alzata l’asticella iniziale chiede e apprezza i campioni. Per ora, la «ricerca di alternative» per costruire la nuova Italia ha solo due under 21, Sturaro e Rugani. Tra le novità dell’Italia sperimentale per l’amichevole con l’Albania ci sono Bonaventura (25 anni), Okaka (25), Bertolacci (23): età alle quali i colleghi tedeschi già vincono Champions o Mondiali. Per non parlare di Pellè (29 anni alla prima chiamata azzurra), Matri (29), Rossettini (29). Non è per luogo comune se si dice che il calcio italiano non è paese per giovani. Ma le cause? «Non abbiamo più fame», la risposta esplicita di Gianni De Biasi. «L’ho capito a Tirana – racconta – Da quasi tre anni vivo e alleno lì: hanno la voglia che avevano i nostri padri, di assicurare un futuro ai figli. Per noi la ricchezza e il benessere è stato un soporifero. Ci siamo accasciati. Dico in tutti i campi, ma mi limito al calcio: i nostri ragazzi hanno poca fame e troppi videogiochi, i talenti nascono lì dove si corre in 22 dietro a un pallone sporco, magari anche in 30…Le favelas brasiliane o argentine, la Croazia che ha solo 5 milioni di abitanti e tanta voglia di futuro». E la ricca Germania? «Vero, verissimo – conclude amaro De Biasi – Ma loro sono diventati campioni programmando. E penso anche all’Islanda, un piccolo paese che con un progetto ha scalato ottanta posizioni del ranking Fifa. In Italia invece la parola progetto è sconosciuta: non esiste». Anche se per trovare l’idea giusta, in fondo, non servirebbe neanche scomodare un Proust.

Quello di oggi a Genova è il primo incrocio ufficiale tra le nazionali maggiori di Italia ed Albania. La gara chiuderà l’anno solare 2014 azzurro, che finora vede 5 successi, 3 pareggi e 3 sconfitte nelle 11 partite disputate. Sommando gli ultimi 3 anni solari, l’Italia ha vinto 16 partite su 43 tra amichevoli e tornei ufficiali, pari al 37,2%. Italia imbattuta nei 5 precedenti datati 18 novembre: in bilancio 1 successo azzurro e ben 4 pareggi. Da 13 gare consecutive Italia sempre in gol quando gioca in casa: 23 totali. Ultimo stop il 29 febbraio 2012, Italia-Stati Uniti 0-1, sempre a Genova, in amichevole. L’Italia gioca a Genova per la 27/a volta: in bilancio 15 vittorie azzurre, 8 pareggi e 3 sconfitte.

Vediamo i probabili schieramenti che scenderanno in campo:
Italia (4-4-2): 1 Perin; 2 De Silvestri, 19 Bonucci, 3 Moretti, 13 Antonelli; 11 Cerci, 18 Parolo, 23 Sturaro, 8 Bonaventura; 10 Giovinco, 22 Destro. Panchina: 12 Sirigu, 5 Rugani, 15 Acerbi, 6 Rossettini, 4 Criscito, 14 Aquilani, 7 Bertolacci, 16 Poli, 20 Gabbiadini, 9 Okaka, 21 Matri. All.: Conte.
Albania (4-5-1): 1 Berisha; 4 Hysaj, 5 Cana, 15 Mavraj, 7 Agolli; 2 Lila, 22 Abrashi, 13 Kukeli, 20 Memushaj, 3 Leniani; 16 Cikalleshi. Panchina: 23 Frasheri, 12 Shei, 6 Curri, 8 Bulku, 9 Kapllani, 21 Rama, 11 Vila, 10 Shala, 18 Salihi, 19 Balaj, 20 Vajushi, 17 Ajeti. All.: De Biasi.
Arbitro: Harkham (Aut).

Stasera alle 20,30 su Rai1 e Rai HD (501 DTT), ampio pre-partita condotto da Marco Mazzocchi per conoscere tutte le ultime notizie a pochi minuti dal fischio d’inizio. Alle 20,45 spazio alla telecronaca diretta a cura di Alberto Rimedio, supportato dal commento di Stefano Bizzotto e dalle interviste a bordocampo di Alessandro Antinelli. Al termine della partita, spazio ai commenti e alle interviste su Rai1 e RaiSport 1 (canale 57 DTT) a cura di Donatella Scarnati e Amedeo Goria.
Alle 22,45 su RaiSport 1 Valerio Iafrate condurrà una nuova puntata di ‘Zona 11 pm’, la rubrica di RaiSport a cura di Marco Mazzocchi. Nella prima parte del programma, riflettori puntati sull’Italia di Antonio Conte per commentare e ascoltare la voce dei protagonisti della sfida tra gli azzurri e l’Albania a pochi minuti dal fischio finale. In studio, tra gli altri, Vincenzo D’Amico, Mario Somma, Marino Bartoletti e Giorgio Viglino.


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