Magazine Cinema

Stasera alle 22,40 su La7 Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola

Creato il 12 giugno 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 1975
  • Durata: 115'
  • Genere: Grottesco
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Ettore Scola

Brutti, sporchi e cattivi è un film del 1976 diretto da Ettore Scola, con Nino Manfredi.

Al centro del film sono la periferia romana dei primi anni settanta e le sue baracche, raccontate impietosamente con tutte le loro miserie, morali e materiali.

Il film fu vincitore del premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes. La critica è concorde nel riconoscere la grande interpretazione di Nino Manfredi, che ha saputo delineare il personaggio di Giacinto “con straordinaria misura e sottigliezza”.

In una misera baracca, costruita con altre sulla collina che fiancheggia San Pietro, vive con la sua numerosissima famiglia (la moglie, una decina di figli e un mucchio di parenti) il vecchio Giacinto Mazzatella, un pugliese orbo e ubriacone la cui principale preoccupazione è quella di difendere dall’avidità dei familiari il milione che gli è stato dato per la perdita di un occhio. Dopo essersi spinto, per salvaguardare il suo tesoro, fino a sparare su uno dei suoi figli, egli si porta in casa, per far dispetto alla moglie, una imponente prostituta, obbligando la consorte a farle posto nel letto matrimoniale. Furente per l’affronto, la donna organizza, d’accordo con tutta la famiglia, l’avvelenamento del vecchio con mezzo chilo di topicida mischiato col sugo di un’abbondante pastasciutta.

Scrive Alberto Moravia nella sua recensione, scritta all’uscita del film: “(…) In questo notevole film, l’insistenza sui particolari fisici laidi e ripugnanti potrebbe addirittura far parlare di un nuovo estetismo in accordo coi tempi, che viene ad aggiungersi ai tanti già defunti: quello del «brutto», dello «sporco» e del «cattivo». Comunque siamo in un clima piuttosto di contemplazione apatica che di intervento drammatico.

Il film è girato quasi completamente a Roma, nella zona di Monte Ciocci, dal nome del casale di Ciocci, Torre di guardia, esattamente dopo la Scuola Agraria di via Domizia Lucilla; da qui il panorama che si affaccia sulla Cupola di San Pietro e l’Olimpica. La zona era stata, fino al 1977, veramente occupata da baracche piene di sbandati e di operai che lavoravano presso i cantieri di via Baldo degli Ubaldi e Boccea. Nella scena in cui la nonna va a ritirare la pensione è chiaramente riconoscibile il noto Palazzo delle Poste di Adalberto Libera in Via Marmorata, ambientazione poco credibile trattandosi di una zona di Roma molto distante dal Trionfale



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :