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Stasera Sky Arte e Sky 3D trasmettono, in prima visione esclusiva, il documentario "Cave of Forgotten Dreams"

Creato il 31 maggio 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Stasera, venerdì 31 maggio, Sky Arte HD (canali 130 e 400 di Sky) e Sky 3D, l’unico canale televisivo in Italia al 100% in 3D, visibile sul canale 150 della piattaforma Sky, trasmettono in prima serata, in prima visione esclusiva, il film documentario "Cave of Forgotten Dreams", realizzato nel 2010 dal Werner Herzog. Per il celebre regista, uno degli esponenti più importanti del Neuer Deutscher Film (Nuovo cinema tedesco), si tratta del primo esperimento nelle tre dimensioni.
Scoperta per caso nel 1994 dallo speleologo Jean-Marie Chauvet, la Caverna di Chauvet, è situata in Francia, lungo il fiume Ardèche, e contiene quasi 500 pitture rupestri risalenti a 32mila anni fa - le più antiche mai ritrovate – che ci trasportano ai tempi dell’alba dell’umanità.
Incuriosito da un articolo del New Yorker, Werner Herzog ha chiesto ed ottenuto dal Ministero francese della Cultura il permesso di filmare per alcune ore al giorno, pochi giorni in tutto, l'interno della grotta, normalmente chiusa ai visitatori per proteggerne il clima eccezionale.
In compagnia di alcuni geologi, archeologi, storici dell'arte e del periodo preistorico, Herzog penetra nelle profondità della terra e della storia, armato di una piccola telecamera assemblata per l'occasione, di una luce fredda per non compromettere l'umidità delle pareti, di una curiosità smodata e di una buona dose di ironia.
Grazie alla più moderna delle tecnologie, il 3D, la grotta, dalle pareti traslucide di cristalli e cupole iridescenti, rivela pitture ed incisioni di diversi animali, soli o ritratti in branco, quali bisonti, mammut rossi, gufi, rinoceronti, leoni, orsi, cervi, cavalli, iene, renne ed enormi felini scuri. Le figure, nei colori resi disponibili dagli elementi naturali, hanno un dinamismo potente e la mancanza di definizione (molte sono abbozzate, ma non terminate) contribuisce a dare all'insieme un carattere magico e quasi ipnotico. Gli animali paiono uscire dalla roccia stessa o rientrarvi a seconda della prospettiva e dei giochi di luce.
Nella grotta vengono alla luce anche ossa di vari animali, e una roccia, su cui è appoggiato un teschio, che per risalto e forma può sembrare quasi un altare primitivo. Si ipotizza, infatti, che il sito fosse un importante centro di culto dell'epoca.
Le incredibile riprese in tre dimensioni, abbinate alle interviste ad affermati scienziati ed archeologi, hanno portato Herzog a vincere un premio al Toronto International Film Festival del 2010.
Il regista, che negli ultimi anni ha portato il documentario su altezze qualitative e profondità filosofiche prima inesplorate, arriva dritto al cuore delle domande esistenziali che il contenuto della grotta Chauvet solleva: quegli uomini, animali “spirituali” tra gli animali, che vivevano tra mammut e rinoceronti, che costruivano altari e scolpivano la loro devozione alla donna e alla fertilità, siamo ancora noi o evolvendo ci siamo smarriti? Chi siamo noi per loro, chi saranno i nuovi "loro" per noi? Chi sta davvero al centro della scena?
Un finale di feroce e struggente ironia, attraverso il quale Herzog, con la sua straordinaria intelligenza e sensibilità, rimette, in un attimo, l'umanità intera al proprio posto.

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