Nic (Annette Bening) e Jules (Julianne Moore) sono una coppia lesbica di mezza età. Profondamente innamorate l'una dell'altra, hanno costruito col tempo un sereno ambiente familiare assieme ai due figli adolescenti concepiti tramite inseminazione artificiale. Quando Joni (Mia Wasikowska) - la figlia maggiore - compie diciotto anni, il fratello minore Laser (Josh Hutcherson), la convince a contattare la banca del seme al fine di scoprire chi sia il loro padre biologico. Inizialmente scettica, Joni si mette sulle tracce del padre e scopre che questi è Paul (Mark Ruffalo), un quarantenne donnaiolo che vive alla periferia di Los Angeles, che anni prima donò il suo seme per pochi dollari. Nonostante la sua vita sentimentalmente e sessualmente girovaga, Paul é alla ricerca di una stabilità e di un consolidamento che lo renda adulto, sotto il profilo familiare ed affettivo. Il legame coi suoi figli naturali, nato quasi per gioco, diverrà progressivamente più profondo, fino a scombussolare gli equilibri emotivi del nucleo familiare che Jules e Nic alimentavano e gestivano con giocosa esuberanza e leggerezza.
Commedia dai toni delicati incentrata sulle dinamiche relazionali di una famiglia “particolare”, ma che di atipico non ha proprio nulla, e che condivide gli stessi problemi e le stesse difficoltà della "normalità" eterosessuale. La regista Lisa Cholodenko - autrice anche della sceneggiatura assieme a Stuart Blumberg - analizza l'identità della coppia attraverso un progetto che ribalta in maniera intelligente la tipica prospettiva delle commedie sull'omosessualità. “I ragazzi stanno bene” è un’opera toccante e poliedrica, umana e colorata, il cui titolo ci restituisce il fine ultimo di una qualsiasi madre, lesbica o etero che sia. Presentato al Sundance Film Festival e poi a Berlino e Roma, la pellicola ha ovunque riscosso applausi da parte di pubblico e critica.