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Stash dei “kolors”: “sex and drugs and rock and roll? no grazie!”

Creato il 27 luglio 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

stashComunemente, ai “rocker” si associa un trinomio inscindibile “sesso, droga e rock and roll” e si ritiene, a torto, che aderisca meglio al mito dell’artista “maledetto” chi si presenta in pubblico regolarmente “strippato” fino alla radice dei capelli e magari a lungo andare si riduce una larva come la “star” un po’ intronata magistralmente resa da un Sean Penn in stato di grazia in “This must be the place” (2011) con la direzione di Paolo Sorrentino.

Gli esempi di dipendenza da sostanze stupefacenti, nel mondo della musica, si sprecano, l’elenco comprende “divinità” riconosciute, capaci di richiamare alle loro esibizioni platee immense e che sono universalmente considerate “cult”: i “Police”, i “Depeche Mode”, gli “Heaven17”, gli “Human League”, i “Nirvana”, nello specifico, Kurt Cobain, avvezzo ai “cocktail” a base di eroina e psico-farmaci, pure i “Duran Duran” hanno ammesso di non avere “disdegnato” il consumo di “roba” tanto per tenersi su e ci sono anche state “band” propugnatrici e pubblicizzatrici dell’utilizzo di droga, i “Motley Crue” (un componente del gruppo, Nikki Sixx, è finito più volte in “overdose”) e i “Guns’N’Roses”, loro è  un inno all’eroina “Mr. Brownstone”, il mitico Mick Jagger, “frontman” dei “Rolling Stones”, sì, proprio lui che cantava “Sister Morphine”, ha affermato, ultimamente, di essersi del tutto “ripulito” e di aver preso a frequentare addirittura le palestre e così pure Steven Tyler, degli “Aerosmith”, noto per gli abusi di droga, che dice che da quando ha smesso “E’ una vacanza permanente” (proprio come il titolo del suo famoso album “Permanent vacation”) e concludiamo, anche se i casi da citare non si contano, con i “Red Hot Chili Peppers”, conosciuti per le “bombe” a base di coca e alcol che si sono sempre “sparati” e per i loro “show” devastanti.

Ma si può essere “rocker” senza darsi ai “paradisi artificiali”, che al momento sembrano promettere “annullamento della sensazione di stanchezza, euforia, loquacità e iperattività” e invece di fatto spianano la strada a una discesa a precipizio negli abissi del “non ritorno”? Sembra proprio di sì, intervistato dalla rivista “Vanity Fair”, Antonio Fiordispino ovvero Stash, “leader” dei “The Kolors”, gruppo inarrestabile, fresco della conquista del terzo disco di platino, si è così espresso “La prima volta che sono stato a Londra, a Camden Town, leggevo la parola ‘stash’ ovunque e poi ho scoperto che si tratta anche di droga (ndr in realtà il termine ‘stash’ ha vari significati, tra cui scorta nascosta, nascondiglio, slang gruzzolo, oltre, come ha detto, droga). Da questo punto di vista non mi sento affatto rappresentato perché ho una grande fobia per le droghe, scapperei via anche davanti a una roba leggera che si fanno tutti …” e proseguendo ha dichiarato di fare volentieri a meno anche dei superalcolici, perché non ama sentirsi inebriato, proprio un “modello di virtù” non c’è che dire, questo ragazzo. Alla luce, poi, di certi agghiaccianti titoli di cronaca nera di questi giorni, quali “16enne (ndr Lamberto Lucaccioni) ucciso da overdose di ecstasy dopo una notte al ‘Cocoricò’ di Riccione 22/07/2015”, il messaggio veicolato da Stash diventa ancora più significativo e pregno di valore, ma non basta la sua singola voce, per ora “isolata”, una vasta rappresentanza del mondo della musica dovrebbe coalizzarsi e scendere in campo al suo fianco, in qualità di “testimonial”, visto che i giovani spesso si identificano nei loro “idoli”, a dare vita a una campagna di sensibilizzazione di forte “impatto” e promozione di uno stile di vita più “responsabile” e “sano” a cui dovrebbero ispirarsi le nuove generazioni.

Diciamo basta, una volta per tutte, alle stragi del fine settimana sulle nostre strade, spesso dovute all’assunzione di allucinogeni e alcol, un vero “bollettino di guerra” e allo “sballo” da locale notturno o da “rave party”, ragazzi, imprimetevelo bene nella mente, la vita … è una sola!

by Fede


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