State of the News Media 2012

Creato il 19 marzo 2012 da Pedroelrey

Rilasciato questa mattina “State of the News Media 2012″ rapporto annuale realizzato da PEW Research Center’s Project for Excellence in Journalism sullo stato dei media, dalla televisione alla stampa passando ovviamente per il web e social media, negli Stati Uniti.

L’edizione di quest’anno si basa in parte su 3,016 interviste telefoniche ad adulti over 18, con affidabilità del campione che può avere oscillazioni dal 2 al 7,5% in funzione della numerosità che inficia sul valore statistico, e in parte sull’aggregazione dei dati e delle evidenze di ricerche svolte nel corso del 2011 da PEW stessa e da altri istituti di ricerca.

La ricerca è davvero estremamente ampia e, per coloro che sono interessati a queste tematiche, è un must la lettura completa delle diverse aree, dei diversi media che lo studio analizza. Per sintesi e focalizzazione ho concentrato la mia analisi alla parte relativa ai quotidiani, alla stampa ed al digitale.

Dai risultati emerge, si conferma, che i quotidiani e la carta stampata in generale siano il media che registra il peggior andamento in assoluto tra tutti i mezzi presi in considerazione.

E’ una situazione paradossale poichè nel complesso il rapporto evidenzia un crescente interesse per le notizie, per l’informazione nel suo complesso, che da un lato i quotidiani nella loro versione cartacea non riescono più a sfruttare, in particolare in termini di ricavi pubblicitari e, dall’altro lato, come emergeva già dallo studio rilasciato da PEW stessa non più tardi della scorsa settimana, sulle difficoltà a compensare il crollo della carta stampata con il digitale. Difficoltà che al di là degli aspetti sottolineati in precedenza è da attribuirsi ad un’estroimissione, o comunque una marginalizzazione dei quotidiani online da parte dei pure players, Facebook e Google in primis evidentemente, che assorbono la fetta principale dei ricavi, delle revenues dal digitale anche nella categoria display, quella attualmente privilegiata nei siti web dei giornali Un aspetto che avevo già evidenziato con chiarezza nella mia personale analisi di quali modi e modalità potessero essere realistici per una sostenibilità economica dell’informazione online.

Conferma dell’utilizzo inadeguato che i mainstream media ed i quotidiani fanno dei social media è l’incidenza di questi comme refferrals, come fonti di traffico, con un peso complessivo generale del 9% contro il 23% dei motori di ricerca. Emerge un ruolo diverso tra Facebook e Twitter, con il secondo che per l’ennesima volta pare essere in grado di coinvolgere e convincere l’utenza, le persone con newswire ed il primo che invece ha un ruolo prevalentemente di rivale, di concorrente dei quotidiani online per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria.

Si evidenzia inoltre uno scollamento, una differenza, in alcuni casi anche sostanziale tra quelli che paiono essere gli interessi delle persone, sulla base degli argomenti trattati nei blog e su Twitter e l’agenda setting, le tipologie di informazioni proposte dai media.

Se le tendenze che il rapporto evidenzia non saranno invertite definitivamente il più rapidamente possibile molti giornali potrebbero passare nel medio – lungo periodo, da qui ad almeno cinque anni, alla sola edizione domenicale stampata lasciando all’online il ruolo dell’informazione quotidiana. La “settimanalizzazione” dei quotidiani avrebbe inevitabilmente una ricaduta pesante sui periodici che sono altrettanto in sofferenza qanche se l’idea, allo stato attuale, pare più il frutto di mancanza di alternative concrete che una scelta ragionata alla quale in realtà potrebbero davvero accedere in pochi.

Personalmente su quale più realisticamente sia la strada ho una visione abbastanza precisa. Magari lo schema concettuale sottoriportato può aiutare ulteriormente il processo.


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