State of the News Media 2015

Creato il 29 aprile 2015 da Pedroelrey

Sono stati pub­bli­cati oggi i risul­tati della 12esima edi­zione del rap­porto annuale di Pew Research Center’s Jour­na­lism Pro­ject: “The State of the News Media 2015″.

Il rap­porto si com­pone di tre­dici seg­menti che ana­liz­zano in pro­fon­dità i media sta­tu­ni­tensi, dalla tele­vi­sione ai pod­cast, pas­sando per radio e gior­nali. Quest’anno è stato reso dispo­ni­bile anche un ricco data­base.

Ovvia­mente, come d’abitudine, non posso che con­si­gliarne la let­tura inte­grale al di là della mia per­so­nale sin­tesi ed inter­pre­ta­zione foca­liz­zata sul seg­mento dei quo­ti­diani e delle news online.

Per quanto riguarda i gior­nali, nono­stante la foca­liz­za­zione sem­pre più spinta sul digi­tale, il 56% di coloro che frui­scono dei quo­ti­diani lo fanno con un gior­nale car­ta­ceo men­tre l’11% lo fa da PC o da mobile.

Il vero grande pro­blema irri­solto resta  quello dei ricavi pub­bli­ci­tari il cui crollo sem­bra inar­re­sta­bile e, soprat­tutto, non sono nem­meno lon­ta­na­mente com­pen­sate le per­dite del car­ta­ceo dal digi­tale — che pesa media­mente il 17.6% del totale — come mostra il gra­fico sottostante.

Se si esclu­dono NYTi­mes e Wall Street Jour­nal i ricavi gene­rati dai gior­nali che hanno adot­tato il pay­wall sono asso­lu­ta­mente risi­bili, mar­gi­nali. Ancora peg­giore la situa­zione per quanto riguarda il paga­mento delle edi­zioni su tablet e smart­phone. Un pano­rama che varia ben poco anche per quanto riguarda i perio­dici.

La soste­ni­bi­lità eco­no­mica resta dun­que il prin­ci­pale nodo da scio­gliere. Un pro­blema che, in forme diverse, riguarda anche le testate digi­tal first e/o all digi­tal come testi­mo­niano la chiu­sura di Gigaom o i pro­blemi di The New Repu­blic acqui­stato nel 2012 dal co-fondatore di Face­book Chris Hughes. La strada per il suc­cesso eco­no­mico sem­bra basarsi pre­va­len­te­mente sull’espansione, sull’internazionalizzazione,come testi­mo­niano, oltre all’Huffington Post, i suc­cessi di Vice News, Vox.com e Poli­tico. Una con­ferma di come gli attuali modelli di busi­ness si con­cen­trino più sul volume che sul valore.

È ormai con­cla­mato che il modello vendite-pubblicità non sia in grado di soste­nere eco­no­mi­ca­mente l’informazione ed infatti negli USA a fronte di un mer­cato com­ples­sivo di 50.73 miliardi dol­lari di adver­ti­sing digi­tale i quo­ti­diani ne rica­vano 3.5, il 6.8% del totale.

Diviene dun­que fon­da­men­tale aumen­tare il mix, tro­vare nuove fonti di ricavo, da indi­vi­duare in fun­zione dell’immagine di marca del gior­nale, che inte­grino il bino­mio sul quale i gior­nali si sono fon­dati dalla loro nascita ad oggi come pro­vavo a dire durante il Festi­val Inter­na­zio­nale del Gior­na­li­smo recen­te­mente conclusosi.


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