Sanguinava nel suo abbraccio
lei… statua di sale,
senza liquefarsi.
Mutilata nel desiderio,
bloccata dalla paura,
inibita dalla coscienza,
sorda a un gemito
che si strozzava
prima che lei credesse
di averlo udito.
Odono forse le statue di sale?
Sentono la paura di liquefarsi.
Ha temuto dunque!
Ha scelto d’essere
molo d’ormeggio,
tacita ancora di un imprevisto,
senza occhi, né orecchie, né mani.
Le è rimasto appiccicato
il calco del suo abbraccio,
lei torta e lui teglia,
lui fiume e lei alveo.
Poesia tratta da “La sfinge e il Pierrot” Aletti editore 2011