Mentre l’Italia corre verso il baratro, noi insistiamo a dilettarci
nell’elaborazione di un pronostico sul futuro politico che attende il Bel
Paese.
Abbiamo stabilito che la nostra non e’ una vera democrazia, se mai ne
esiste una. Direttamente o indirettamente, l’Elite finanziaria globale
controlla gran parte degli eletti e dei nominati del nostro Paese.
Nell’elaborazione dei pronostici possiamo percio’ tralasciare le schizofreniche
diatribe sulle possibili alleanze tra gli attori. Un esempio di sterile
“osservazione della buccia” e’ consultabile a questo link. Gli attori si alleeranno in qualche modo, questo e’ certo, ma cio’ non avra’
alcuna influenza sulle decisioni effettive e sul nostro destino.
I grandi potenti della Terra hanno un obiettivo intuitivo: controllare
il mondo. Per realizzare il loro scopo hanno scelto da tempo uno strumento, la
democrazia, ed hanno cominciato ad esportarla dove possibile. Il lato comodo della democrazia – comodo per l’Elite evidentemente - e’ che
prevede l’elezione e la nomina dei dirigenti “politici”. Questa pratica tende a
responsabilizzare la gente comune, la fa sentire partecipe e con cio’ la
modera. Per il popolo e’ difficile accettare la realta’ dei fatti perche’ in
una democrazia, anche se la classe dirigente si adopera palesemente in funzione
dell’interesse di pochi, la gente e’ convinta di aver attuato la scelta e
quindi che sia anche un po’ colpa sua. Orgoglio,
qualunquismo, propaganda e distrazioni impediscono ai piu’ di ammettere a se’
stessi di aver votato un delinquente.
Un altro trend programmatico dell’Elite consiste nel ridurre ai minimi
termini il potere decisionale dei singoli apparati statali perche’ meno contano
meglio e’ per chi di mestiere fa girare masse di uomini reali e montagne di
denaro virtuale da un continente all’altro. La progressiva amputazione
dell’autorita’ dei singoli Stati nazionali aumenta i margini operativi
dell’Elite ed il disinteresse della gente comune alla partecipazione. Cio’ e’
un bene o un male? Dipende. Se hai un panfilo attraccato al molo ed un
elicottero sul tetto della tua villa, allora non puoi che esserne soddisfatto.
Se vivi in affitto in un sobborgo metropolitano e consumi le tue giornate
lavorando per quello che ha il panfilo sotto casa, allora la situazione
dovrebbe portarti ad una reazione. Ma cio’ nella maggior parte dei casi non
succede per le ragioni che abbiamo spiegato. La gente si sfoga, nella migliore
delle ipotesi, attraverso le elucubrazioni linkate in prima battuta.
Comunque sia, dopo gli ultimi iperbolici exploit di Mussoloni, l’Elite ha allertato il gabinetto di analisti dedicato al Bel Paese. Quali
sono le pedine a loro disposizione?
I cattocomunisti sono da tempo, a mio giudizio, il referente principale in Italia dei poteri forti internazionali.
Lo divennero nel 1990 quando il Partito Comunista Italiano si sciolse
definitivamente dividendosi in due parti: quelli che stavano al gioco
dell’Elite (il PDS) e quelli che non ci stavano (Rifondazione). Non a caso fu
il centro-sinistra, nominato per l’occasione Ulivo, ad occuparsi tra il 1996 ed
il 2001 degli affari che contavano veramente: annessione all’Euro e dismissione del patrimonio pubblico su tutti. Oggi si
chiamano PD, hanno le stesse facce e gli stessi padroni.
Galeazzo tenta di dare la mano al capo
Oltre all'Elite finanziaria globale, gli altri due poteri forti in Italia sono il Vaticano e le mafie, ne abbiamo
parlato piu’ compiutamente qui e qui. In passato (dal 1946 al 1983) Vaticano, mafie e Stati Uniti composero quella
che abbiamo chiamato Trimurti, ossia la terna dei padroni. Nel frattempo gli
Stati Uniti evolsero ed oggi la loro quota amplificata e’ nelle mani capienti
della finanza internazionale. Cio’ non toglie che mafie e Vaticano siano sempre
li’, per nulla propensi a dismettere le proprie residue prerogative.
Cio’ che il popolo italiano ha potuto scegliere negli ultimi vent’anni
e’ se esser servo piu’ dell’Elite finanziaria (votando i cattocomunisti) o piu’
del duo Vaticano-Mafie (ma soprattutto mafie, votando Mussoloni).
Resta da chiarire per chi lavorino Galeazzo
(piemontese falso e cortese) ed il Condor di Cassano Magnago . Per
quando riguarda il primo, Galeazzo, la risposta e’ semplice: rendeva conto agli
Stati Uniti prima (fin dai tempi di Bettino Craxi per intenderci) e
consequenzialmente all’Elite finanziaria oggigiorno.
Il Condor scherza con un'amica
Il Condor e’, come sempre,
un enigma e credo lo sia in buona parte anche per il gabinetto di analisti che
giocano a Monopoli con la nostra vita nelle segrete del Palazzo di Vetro. Ha
fatto passi decisi verso il dialogo coi poteri forti ma non in una sola
direzione. Per il Vaticano e’ un buon
interlocutore - e’ uno che inchioda i crocifissi alle pareti delle scuole –
ma soprattutto e’ uno che sa abbindolare e gestire la piccola borghesia
settentrionale, categoria che oramai e’ sfuggita al controllo dei parroci di
provincia e non subisce ancora il fascino dei porporati romani. Per le mafie il Condor e’ un esempio di
strategia politica, i tentativi meridionali di imitazione del progetto Lega
Nord non si contano piu’. Con l’Elite
finanziaria il dialogo e’ obbligato poiche’ entrambi operano sullo stesso
territorio, il settentrione del Paese. I recenti tentativi del Condor di
abbassare geograficamente la linea che separa la Padania dal sud del pianeta
possono dimostrare due tesi opposte: quella della competizione e quella della
collaborazione. Nel primo caso c’e’ ancora una speranza, il Condor cerca di
impedire l’assimilazione anche del centro Italia all’Elite finanziaria, nel
secondo caso - amici romagnoli, toscani, marchigiani e via discorrendo – siete definitivamente
fottuti. Se anche lui lavora a tempo pieno per i grandi poteri internazionali,
allora non resta proprio nessuno ad
arginare lo tsunami.
Anche stavolta ci siamo dilungati.
Letture sul tema:
Perche’, sapendo e potendo - Il bastone e la carogna - Il buono, il brutto e il cattivo - Pronostici divergenti