Già le vedo, amati lettori, le vostre faccie, i vostri sguardi di riprovazione verso il LobetaBlog ed il suo essere, qualche volta (e nemmeno sempre) il solito Bastian Contrario.
Dispiace anche a me che il mitico Steve Jobs ci abbia lasciato. Mi dispiace per la sua scomparsa precoce, per le sofferenze che avrà certamente patito, mancherebbe altro.
Però definire Steve Jobs un rivoluzionario, una sorta di Supereroe è, secondo la mia modesta opinione, distorcere la Storia. Non ci troviamo di fronte a Martin Luter King, signori miei. Ed anche il suo motto mi fa pensare. Certo, restate un po' folli, restate affamati di desideri, di conoscenza, osate, rischiate, seguite i vostri istinti. Però andatelo un po' a raccontarlo a quelli che stanno morendo nel Corno d'Africa, il vostro motto di restare affamati.
Raccontate a chi soffre le malattie e la povertà la presa di coscienza sul digital divide. Proponete a chi è assetato una connessione wireless piuttosto che un pozzo d'acqua...
Perchè questo signore, alla fine, ha riempito il mondo di scatolette più o meno accattivanti, più o meno colorate, ciarpame con molto appeal, con molta apple...
La rivoluzione di Jobs è finita nei vagoni delle metropolitane, con i commuter perennemente allacciati a cuffiette ascoltando musica da quattro soldi. E allora mi viene da dire: tutto qui?
John Coltrane, amati lettori, era mille volte più rivoluzionario. Ha cambiato il mondo della musica. Il professor Sabin ha cambiato il mondo con il vaccino contro la poliomelite. Non vi sembra un po' più di impatto? Un pochinio più importante?
Altrimenti tutto si riduce ad una questione di puro marketing. E allora l'inventore della Coca-Cola, consentitemi, è il più grande di tutti.