Stefano Agnini e Fabio Zuffanti: La curva di Lesmo-Intervista agli autori

Creato il 01 dicembre 2015 da Athos Enrile @AthosEnrile1

Una coppia inedita - Stefano Agnini e Fabio Zuffanti - realizza un album particolarissimo, che lascia immaginare il proseguimento della collaborazione tra i due genovesi, da sempre dediti alla musica progressiva. E' fatto da sottolineare, perché proprio l'appartenenza al genere, l'attitudine, il modo di pensare, si basa su un'estrema elasticità e libertà di movimento, uno spazio che si dilata a piacere fornendo possibilità che nessun'altra musica regala, quando è legata alla rigidità delle regole che determinano la spendibilità di un prodotto musicale sul mercato.

Ma qui si parla di arte pura, di cultura, di musica che resterà nel tempo, di contenitore sonoro che conosce il suo limite - l'impossibilità di raggiungere un vasto pubblico - ma che espone con orgoglio la sua bellezza e originalità.

Il titolo del disco evoca sentimenti, riflessioni e ricordi, soprattutto in quelli che hanno vissuto l'epoca del fumetto che si accatastava nelle stanze da adolescenti, sostituito poi dall'elettronica e dalla tecnologia, apparentemente più appaganti.

Ma la storia non si cancella, ed è del mondo fumettistico che si parla in questo disco, La curva di Lesmo , lavoro che ti afferra ancor prima di averlo ascoltato, perché l'artwork è di per se il primo stimolatore della memoria.

Occorre una chiarificazione per i più giovani, parole che estraggo dal comunicato stampa ufficiale:

Sono anni in cui i due autori non sono protagonisti attivi, per ovvi motivi anagrafici, ma il recupero di quel patrimonio grafico diventa agevole se abbinato alla passione, una spinta che può nascere da un fatto casuale che successivamente, per effetto domino, permette di scoprire un mondo senza confini.

Occorre dire che Fabio Zuffanti - bassista, cantante, compositore - è una delle menti musicali più fertili e dinamiche che io conosca, e Stefano Agnini - tastierista e compositore prolifico - è considerato un autore tra i più importanti dell'attuale scena musicale... ergo, diamo delle immagini, delle situazioni, delle storie da raccontare a due tipi del genere e non ci resta che attendere il risultato, sicuramente efficace, ma pure rapido.

Leggendo, osservando e ascoltando sono tornato un po' indietro nel tempo, perché io, purtroppo, ho l'età giusta per dare il vero valore ai periodi e alle storie evocate.

Muovendomi inconsciamente per associazione di idee - e sentimenti - sono saltato sulla "mia" fumettistica, fatta di Diabolik e Kriminal, di Intrepido e Tex, di Blek Macigno e Zagor; ma anche di "sceneggiati" televisivi, dai Promessi Sposi a I Miserabili, da La Freccia Nera a Il Commissario Maigret, l'uomo che ha dipinto di grigio intenso le mie domeniche da adolescente!

La Curva di Lesmo è apparentemente un'altra storia, ma se il suo ascolto mi ha provocato questo sconvolgimento dei ricordi, aldilà del mero aspetto musicale, beh, forse si è fatto centro due volte!

Pubblicata su Linus nell'aprile 1965, La curva di Lesmo è la prima storia a fumetti di Guido Crepax dove appare Valentina, il personaggio che più di altri lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Le avventure di Valentina hanno avuto un grande successo in Italia e all'estero per effetto di una miscela bomba per l'epoca: fantascienza, spionaggio mondi fantastici e, col passare del tempo, erotismo.

La parte musicale è suddivisa su tre tracce (9, 17 e 26 minuti) che hanno preso vita in tempi diversi, come spiegano gli autori nell'intervista a seguire.

Ancora dal comunicato stampa:

L'album è diviso in una parte "femminile," con due pezzi interpretati rispettivamente da Beatrice Antolini e da Jenny Sorrenti (con gli interventi di Max Manfredi), e di una "maschile" con le voci di Matteo Merli e Claudio Milano. La prima parte è maggiormente avventurosa e spinge la musica de La Curva di Lesmo verso atmosfere folk, pop, elettroniche, new-prog e sinfoniche spesso inedite per i due compositori. La seconda parte è maggiormente classica con una lunga suite progressive reminiscente il lavoro di Zuffanti con La Maschera Di Cera.

Il video che propongo, La posa dei morti, è un esempio rappresentativo di musica che tocca il cuore, di liriche che ti afferrano e di libertà espressiva assoluta.

Ed ecco che ritorno alla chiosa iniziale, quella possibilità di perlustrare ogni pertugio nascosto, ricercando spazio in ogni latitudine musicale esistente, infischiandosene dei canoni tradizionali, ponendosi come unico obiettivo il movimento senza paletti e costrizioni, possedendo la certezza del giusto che accompagna solo l'onestà intellettuale, condita con un po' di spregiudicatezza.

Non c'è uno stile o un paradigma da usare come paravento, non esiste una facile e comoda cultura degli alibi che spinge in una direzione privilegiata, "... perché è lì che bisogna andare!". Stefano Agnini e Fabio Zuffanti provano a musicare parte della loro vita senza l'assillo della produzione ad ogni costo, forse divertendosi, probabilmente soffrendo un po', coinvolgendo amici fidati e compagni di viaggio, dimenticando per un attimo i progetti infiniti dal marchio indelebile a favore di un progetto dove la musica e le conoscenze accumulate nel tempo diventano solo un mezzo per un ritorno alle origini, a momenti sereni, a pianti incontrollati.

E' forse proprio questo il bello di La curva di Lesmo, la perdita del ruolo a vantaggio di un racconto in cui ci si ritrova facilmente, instaurando quell'interazione che, quando arriva, diventa il valore aggiunto di un qualsiasi rapporto artista/ascoltatore.

Un album notevole, musicalmente intenso, carico di significati lirici, ma che mi lascia un senso di smarrimento, perché capace di evocare anche i colori, quel feeling in bianco e nero, tipico di anni lontani, da cui non sono mai riuscito a distaccarmi... purtroppo!

L'intervista a Stefano Agnini e Fabio Zuffanti

: Le liriche della prima parte sono state scritte poco distanti da quelle de "La notte anche di giorno", de la Coscienza di Zeno, e derivano principalmente dalla rielaborazione delle vicende personali che due amiche mi raccontavano, in particolare durante diverse notti di conversazioni. L'isolamento relazionale, la frigidità del sentimento, il ricatto sessuale, l'amoralità, l'autolesionismo, la frammentazione dell'Io, la schizofrenia dei ruoli, la molteplicità delle opinioni e l'impossibilità di dare un giudizio univoco in quanto non esiste un'unica verità, sono i temi presentati nei testi. Esponendoli è come se volessi esorcizzare le confessioni altrui che, da buon ascoltatore, se non opportunamente filtrate, mi avrebbero potuto causare unburn-out. Liberarmene per liberare gli altri, in un certo qual modo. La seconda parte del disco invece ("Ho Rischiato Di Vivere") era rimasta nel cassetto per lungo tempo ed è una descrizione dei miei incubi ricorrenti di quegli anni.

: Sicuramente, rispetto a CdZ che è una sinergia di menti, qui ho potuto e voluto curare con Fabio ogni singolo dettaglio degli arrangiamenti. In molte sezioni ho insistito che le timbriche fossero quelle, a mio parere, funzionali: dalla Gibson con il fuzz di "Satisfaction" alla Jumbo acustica, fino all'uso di Roland TB303 e TR808 per le ritmiche elettroniche. Quindi, ho percepito una maggiore libertà espressiva che mi ha condotto ad osare di più per quanto sia soddisfatto di entrambe le formazioni.

: Hai perfettamente ragione, è stato difficilissimo! Anche perché ci piacevano molte immagini che però erano decisamente troppo osé per questo genere di produzioni. Quella che abbiamo usato è una rielaborazione della copertina del primo libro cartonato di Valentina, ed è stato l'omaggio migliore che potevamo fare in quanto metafora di un personaggio femminile che non riesce a liberarsi dai legami. L'interno, da "Valentina pirata", presenta invece un riferimento all'Orlando furioso, alla pazzia, e l'immagine di un'eroina ormai sessualmente libera, matura e consapevole.

Domanda difficile: quale potrebbe essere la "Valentina" del 2015, nella vita reale?

Credo che nel 2015 non possano esistere simboli sessuali così forti in quanto sono venute meno le ragioni per cui la trasgressione è veramente scandalosa. Inoltre, il modello di bellezza attuale è patinato e digitale, senza chiaroscuri, è la foto ritoccata con Photoshop, il corpo iperrealista filmato in UHD. Valentina è la Louise Brooks dei vecchi film in bianco e nero, lo stesso segno non è colorato, l'imperfezione che la rende viva è cercata, voluta e onorata: lei odora di pellicola, di vinile, di nastro magnetico".

: No, assolutamente. Tutti gli ospiti del disco hanno dato il loro contributo con gioia, come se fosse una bella rimpatriata di amici legati da un forte sentimento per l'arte musicale, in cui a farla da padrone è la voglia di stare assieme e condividere l'esperienza, senza problemi di nessun genere. Inoltre io e Stefano eravamo di subito fermamente convinti nel volere coinvolgere musicisti che provenissero da esperienza diverse e da generi musicali anche molto distanti da quello in qui ci muoviamo noi. Questo ha reso il disco più ricco e pieno di suggestioni e speriamo in futuro di continuare a seguire la nostra idea di contaminazione.

Vista la grande quantità di ospiti impiegati il discorso concerti al momento è in via di definizione, se dovessimo ricevere delle proposte valuteremo il da farsi. Pensiamo però di presentare il disco in situazioni in cui possiamo parlarne piuttosto che suonare, magari anche legate alle celebrazioni per i cinquant'anni di Valentina, vedremo.

La lista degli ospiti che hanno partecipato all'album è molto lunga e comprende:

Gabriele Guidi Colombi: basso (La Coscienza Di Zeno)

Laura Marsano: chitarra acustica ed elettrica (La Maschera Di Cera/Zuffanti)

Andrea Orlando: batteria (La Coscienza Di Zeno/Finisterre)

Fabio Gremo: chitarra classica (Il Tempio Delle Clessidre)

Domenico Ingenito: violino (La Coscienza Di Zeno)

Loris Lombardo: percussioni

Edmondo Romano: flauti (Eris Pluvia e svariati progetti)

Luca Scherani: fisarmonica, arrangiamenti archi (Coscienza Di Zeno e Höstsonaten)

Jenny Sorrenti: voce (Saint Just)

Sylvia Trabucco: violino ( Höstsonaten )

Claudio Milano: voce (Nickelodeon)

Jutta Taylor Nienhaus: recitato (Analogy)

Boris Valle: pianoforte (Finisterre)