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STEFANO MANCINI Personaggi Fiabeschi: Galleria Valeno – Cristina Palmieri per MAE Milano Arte Expo

Creato il 11 ottobre 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Stefano Mancini, ci sono notti dove i sogni colorati viaggiano con noi

Stefano Mancini, ci sono notti dove i sogni colorati viaggiano con noi

STEFANO MANCINI Personaggi FiabeschiGalleria Valeno, Lucera. MAE Milano Arte Expo - Cristina Palmieri: La mostra personale di Stefano Mancini inaugura sabato 13 ottobre 2012, alle ore 18:30, alla Galleria Valeno (MAPPA). Stefano Mancini, in questa ultima  mostra intitolata Personaggi Fiabeschi,  presenta una selezionata raccolta di opere che  immergono nel suo universo straordinario, un cosmo fiabesco (come si evince dal titolo) in cui ricorrono ambientazioni e personaggi che divengono le maschere di una sua personale Commedia dell’Arte. La levità  è quanto guida l’artista nel costruire questi ideali  scenari, prosceni immaginari in cui la fantasia, sbrigliata, senza limiti di tempo e di spazio, evoca residui di un universo  in cui  la vita quotidiana sembra svolgersi in un eterna “favola”,  in una società cavalleresca all’interno della quale ogni elemento contribuisce a costruire una grammatica della rappresentazione che si richiama alla memoria storico-popolare e all’immaginario collettivo, nel loro più profondo significato simbolico.

Le fiabe, è noto, esprimono in forma elementare ed esemplare qualcosa che ci parla della nostra vita reale e che talvolta abbiamo  difficoltà  a comprendere a livello razionale. Sono  basilari affinché si  sviluppi, nell’infanzia,  un mondo in cui trovare uno spazio sicuro per accettare ed elaborare  i primi conflitti.  Consentono perciò  di riflettere su di sé all’interno di un ambito protetto e strutturato e esprimono un modello di riferimento per affrontare in modo creativo le prime difficoltà della vita. Costituiscono un viaggio antropologico che narra esperienze umane universali, fatte, ovviamente, di luci come di ombre.

Stefano Mancini, tanto fu che alla fine piovve cuori

Stefano Mancini, tanto fu che alla fine piovve cuori

Mancini, moderno cantastorie,  si inventa un teatro nel quale rappresentare, in modo talvolta caricaturale, scene di un eterno poema abitato da dame prosperose in sontuosi costumi e strabilianti acconciature e da cavalieri poeti dell’amor cortese, con grosse tube. Gli elementi che caratterizzano questi personaggi appartengono ad un sistema di “segni” riconoscibile, ad una semantica, appunto, che parla il linguaggio di una tradizione che si snoda attraverso la storia letteraria, come pure pittorica ed illustrativa.

L’artista consegna così vita ad una realtà lontana dal quotidiano della società borghese, così poco propensa alla bellezza e  più vicina alla mediocritas.

Regala piuttosto atti  di una commedia animata dalla leggerezza, da una incantata allegria, contraddistinta da un’ avvincente creatività coloristica.

L’ambientazione in cui le scene sono raccontate, che immergono lo spettatore in un mondo perfetto fatto di meravigliose ed esemplari architetture storiche (quelle che affiorano, nella commistione e sovrapposizione di stili creata dall’ultimo secolo, come perle nelle nostre città), concorrono a creare quel distanziamento cronologico che ci rende spettatori di un racconto che vorremmo quanto mai presente, ma che avvince proprio perché animato da un concetto di bellezza e perfezione che vivono nella nostra idealità, laddove dimorano anche i sogni e le voci più pure della nostra anima. Il re, che spesso ricorre nelle opere dell’artista, in fondo altro non  personifica che  la nostra individualità, il nostro vero “Io”. Un re indegno è messo a confronto con quello destinato a prendere il suo posto. Ecco quindi l’io reale e l’io ideale messi l’uno di fronte all’altro.

Stefano Mancini, una notte folle a rubare cuori tanto innamorati

Stefano Mancini, una notte folle a rubare cuori tanto innamorati

 

Nei racconti di Mancini, come appunto  nelle fiabe, lo spazio e il tempo sono volutamente dilatati, mai ben definiti. Viene lasciata libertà alla fantasia e si accede ad una dimensione altra, non soggetta a leggi fisiche ma a leggi interiori. Dame e cavalieri, principi e principesse innamorati dell’amore, vivono, con entusiasmo gioioso, l’eterna ricerca dell’alter ego che dona la felicità,  immersi  in queste quinte meravigliose fuori da ogni tempo reale, che – come già ebbi a scrivere – testimoniano la sua passione per le architetture, per la scenografia.  Solo l’arte, letteraria o pittorica che sia, può regalare tale mescolanza di reale e immaginario, andando ad incidere nei sedimenti della nostra memoria e accostando possibile ed impossibile, ordine e caos.

Stefano Mancini, giochiamo a scacchi con i pesci per ingannare il tempo

Stefano Mancini, giochiamo a scacchi con i pesci per ingannare il tempo

 

Mancini canta la gioia attraverso un non usuale percorso pittorico, attraverso un segno felice ed allegro, fatto di morbidezza sinuosa. La sua mano avanza, si ferma, arretra su se stessa,  in un piacere quasi grafico, torna sui suoi temi con abilità e maestria, come se il disegno  scaturisse con la stessa immediatezza con cui erompe dalla sua fantasia. Il quadro terminato è un magnifico gioco, quasi che il divertissement appartenesse prima all’autore che allo spettatore. Tecniche e materiali vari si sovrappongono con abilità nel crearlo. L’artista dimostra una padronanza originale nell’accostamento di differenti pratiche e procedure pittoriche. Gli abiti dei personaggi, così come le scenografie in cui essi si muovono, sono impreziositi da ricercati collage, di stoffe o di carte.  I colori sono vivaci, intensi, brillanti.  Si utilizzano tipologie di colori differenti. Sulle carte Stefano  adopera molto i pastelli, che  agevolano anche nell’inserto calligrafico, suo elemento caratteristico che si affianca al disegno come fosse una didascalia.

Con la pittura sembra essere in grado di liberare il mondo dal male e di ottenere la felicità per se stesso e per noi. Le sue opere, infatti,  donano l’evasione in un mondo di totale libertà immaginativa ed immergono in una   dimensione di spontaneità, lontana da complicati intellettualismi, attingendo ad un patrimonio di tradizioni  progressivamente dimenticato. In esse ogni incongruenza umana è sospesa.

Pare che Mancini per primo desideri inoltrarsi in una società  lontana e sconosciuta, contraddistinta dal piacere del dialogo, dell’incontro, del viaggio; della necessità di vivere quasi in un eterno pellegrinaggio, specchio dell’inquietudine esistenziale di uomo curioso, in costante tensione nel perseguimento di un proprio autentico ideale universale.

CRISTINA  PALMIERI

per informazioni, domande e richieste di consulenza: [email protected]

Milano Arte Expo, Stefano Mancini, l'incontro fatale in riva al mare

Stefano Mancini, l’incontro fatale in riva al mare

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Galleria Valeno

STEFANO MANCINI

PERSONAGGI FIABESCHI

Galleria Valeno: Via Zuppetta, 4 – 71036 Lucera (Fg)

Info: 0881.522 019

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Cristina Palmieri per il testo sulla mostra di Stefano Mancini e la rubrica Il filo di Arianna dedicata a quotazioni, mercato dell’arte contemporanea e al collezionismo.

milano arte expo - quotazioni artisti contemporanei

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