Era già tardi e Anna chiuse il libro. Le era rimasta impressa una frase "... vorrei vivere là, dove vivono e volano le farfalle..". Anche lei avrebbe voluto stare in un posto così, pieno di farfalle perchè lei adorava quelle creature splendide, leggere, vivaci e colorate. Soprattutto adorava la loro libertà di poter spaziare ampiamente dove volevano, senza condizioni, senza limiti, guardando tutto dall'alto, in piena libertà vivevano la loro breve vita.
Anna si sentiva un po' farfalla da sempre, da una vita. Aveva imparato a volare con la mente, con i suoi pensieri, per non essere oppressa dalla quotidianità. Sognava posti lontani, a volte luoghi vicini ma sempre volando e le era bastato per sentirsi libera di pensare a qualsiasi cosa lei volesse, ma sempre volando.
Adesso però era diverso, adesso aveva bisogno delle sue amate farfalle per sistemare l'effetto terremoto che stava subendo dentro.
Stava benissimo, non si era mai sentita meglio di così nella sua vita. Aveva trovato quella dimensione sognata da sempre di sentirsi accettata esattamente per com'era e le sembrava una specie di miracolo. Forse perchè stava per rassegnarsi a non viverla mai quella sensazione, adesso le pareva impossibile trovarcisi.
Stava succedendo tutto così velocemente che ogni tanto si trovava spiazzata e doveva fermarsi un attimo per ricapitolare, per sistemare l'effetto di quelle scosse.
Nessuno mai l'aveva fatta sentire così, così bene e disorientata contemporaneamente. A volte senza parole, lei che le parole le adorava e le sceglieva sempre accuratamente soprattutto per esprimere i sentimenti, adesso le perdeva ogni tanto e non sapeva come uscirne.
I pensieri di Anna erano tutti concentrati lì, volavano come farfalle, dentro la testa e nello stomaco, come quando da ragazzina aspettava il Natale o la neve.
La differenza era che adesso non era l'attesa, ora era il tempo di vivere. All'improvviso era arrivato il tempo di vivere intensamente come piaceva a lei e alle farfalle, tanto intensamente da esserne a volte un po' stordita.
Le piaceva sentirsi così, come mai in vita sua, compresa , letta dentro e fuori. Non erano rimaste barriere o confini. Il suo cuore e la sua anima ormai erano uno spazio aperto dove il paesaggio era completo: terra, mare, cielo, laghi e fiumi, montagne e ampie praterie, boschi e radure. Bastava imboccare un sentiero, uno qualunque, e sapeva che sarebbe arrivata da qualche parte, ma non da sola, adesso sapeva di non essere sola, c'era qualcuno che guardava nella stessa direzione al suo fianco. Qualcuno che la aspettava se si distraeva un attimo o se era stanca, qualcuno da aspettare se lei accelerava appena.
Ad Anna non era mai successo e si sentiva euforica e tranquilla, pronta ad affrontare tutto, felice, insomma.
Aveva solo paura, a volte, di perdere quella felicità raggiunta e si chiudeva un attimo nei suoi pensieri, forse perchè lei non era molto abituata a ricevere. Adesso che era cosciente di "prendere" tanto avrebbe voluto solo ringraziare, aprire quelle mani che tanto le sapevano dare e chiudercisi dentro per un po', completamente coccolata, compresa fino in fondo, vissuta senza remore. In una parola amata, semplicemente amata come mai prima e per questo poteva volare insieme alle sue farfalle.
Le prime stelle punteggiavano il cielo e per un attimo Anna immaginò di essere una stella, una di quelle piccine piccine che però aveva una propria luce. Desiderò tanto di avere un po' di quella luce, di quella energia positiva per mandarla indietro a chi la faceva sentire così bene.
Mandò le sue farfalle a catturare quella luminosità e le vide tornare indietro, luccicanti nella notte.
... le farfalle, felici come lei si dirigevano lontano... lontano... oltre il mare....