Solo raramente andiamo a rileggere cosa ci promettevano gli oroscopi per l'anno appena trascorso, solo per questo leggiamo quelli per l'anno che sta per arrivare. Dirò di più: è per il bisogno di leggerne di nuovi che non rileggiamo i vecchi. Così è per ciò che si scrive all'inizio di ogni pontificato. Anche qui, mutatis mutandis, vale quanto Theodor W. Adorno ha scritto riguardo agli oroscopi: "Si può pure ammettere che gli elementi dell'astrologia presi isolatamente siano razionali. Da una parte ci sono le stelle: le loro leggi sono studiate dalla scienza astronomica e gli astrologi sembrano preoccuparsi di mantenere le loro asserzioni riguardanti gli eventi celesti rigorosamente conformi a quei movimenti che effettivamente si verificano secondo leggi astronomiche. Dall'altra c'è la vita empirica dell'uomo, riguardante in particolare situazioni sociali e conflitti psicologici tipici [...] Gli astrologi sfoggiano una comprensione della vita del tutto acuta e sensata: essi parlano in base all'esperienza, senza ombra di illusioni. [...] Nell'astrologia non c'è nulla di irrazionale tranne il suo assunto decisivo che queste due sfere di conoscenza razionale siano connesse fra loro [...] Da una parte essa è un tentativo [...] di colmare il divario e di connettere con un tratto di penna ciò che non è connesso, ma che alla fin fine si pensa debba essere in qualche modo legato. Dall'altra, il fatto stesso che le due sfere siano non connesse, che ci sia un vuoto fra di loro, una sorta di terra di nessuno, consente una possibilità ideale di stabilircisi e di farsi avanti con pretese campate in aria" ( Stelle su misura, Einaudi 1985 - pagg. 124-125).
Parafrasando: tutto ciò che si prevede di un pontificato nei giorni successivi alla fumata bianca è il tentativo di accampare pretese nel vuoto incolmabile posto tra chi è il neoeletto (per ciò che se sa, per come si presenta, per il nome che si dà, ecc.) e il papa che sarà. I vaticanisti sfoggiano una comprensione della Chiesa del tutto acuta e sensata e, senza ombra di illusioni, parlano in base all'esperienza, tuttavia basta leggere cosa scrivessero di un Roncalli, di un Montini, di un Luciani, di un Wojtyla o di un Ratzinger all'indomani della loro elezione al Soglio Pontificio, e sulla base di considerazioni non meno razionali di quelle che oggi si sprecano riguardo a Bergoglio, per essere costretti a riconoscere maggiori doti di prevedibilità agli astrologi che ai vaticanisti.
Verrebbe voglia, insomma, di lasciar perdere tutto ciò che si è detto e scritto in questi giorni sul neoeletto, per dedicarsi all'analisi del suo tema natale, nel quale spicca una brutta opposizione tra Saturno e Nettuno (umore ombroso, ostinato e diffidente, disorientamento nelle questioni pratiche, atteggiamento disordinato nelle decisioni). Scherzo, ovviamente, ma è che in questi giorni se ne sono lette tante, molte delle quali ineccepibili, tutte però nel tentativo di l'uomo e il papa.
connettere con un tratto di penna ciò che non è connesso c'è da stupirsene. il peso della Chiesa è senza dubbio residuale rispetto a quello dei secoli passati, ma rimane consistente, giustificando interesse di quanti a vario titolo ne fanno parte, ma anche di quanti, nolenti o volenti, devono fare i conti con la sua intrudenza. Comprensibile che sul neoeletto si proiettino speranze che vengono dal di dentro e dal di fuori della Chiesa, ma in larga parte coincidenti. Comprensibile che Bergoglio le rifletta, come fece Mastai Ferretti. Altra cosa è scrivere la storia di Pio IX.