Stemperàre
Compostp di s- e temperare.
Anche stemprare.
Verbo transitivo [io stèmpero ecc.].
1. Disperdere una sostanza solida in un liquido fino a formare un impasto; sciogliere, diluire: stemperare i colori nell’olio; stemperare la farina nel latte.
(figurato) Diluire facendo perdere di forza, di efficacia: stemperare un concetto, un’idea.
2. Togliere la tempera a un metallo: stemperare l’acciaio.
3. (non comune) Privare un oggetto della punta; spuntare.
4. (raro, figurato) Far perdere il nerbo, svigorire: Donna, perché sì lo stempre? (Dante).
5. (raro, letterario) Alterare, corrompere: il toscano tuo parlar celeste / ognor più stempra nel sermon straniero (Foscolo).
Stemperàrsi
Verbo intransitivo pronominale.
1. Perdere la tempera.
Perdere la punta.
2. (figurato) Sciogliersi, struggersi: stemperarsi in lacrime: lo cor si stempre / di soverchia dolcezza (Petrarca).
Una (parola) giapponese a Roma
Risciò
Adattamento italiano dell’inglese rickshaw, a sua volta adattamento del giapponese jinrikisha [dZinri'kiSa], composto di jin ‘uomo’, riki ‘forza’ e sha ‘carrozza’; propriamente ‘carrozza mossa dalla forza di un uomo’.
Anche, meno correttamente, ricsciò e ricsò.
Sostantivo maschile.
Carrozzino leggero a due ruote tirato da un uomo a piedi o in bicicletta, usato come mezzo di trasporto urbano nelle città dell’Estremo Oriente.
Bizzèffe
Dall’arabo bizzaf o bizzef ‘molto’.
Solo nella locuzione avverbiale a bizzeffe: in grande quantità, in abbondanza: avere quattrini a bizzeffe: a primavera, fiori a bizzeffe, e, a suo tempo, noci a bizzeffe (Manzoni).