Eh si, era andato tutto bene fino a quel momento. Due persone che si parlano, un uomo e una donna che hanno interessi comuni ma sono diversi l’uno dall’altra. Poi, quando casualmente ho detto la mia nazionalità, mi hai spiattellato una serie di stereotipi. Salvo dirmi che non avevo l’aria da playboy e non ero come gli altri. Non so se l’hai detto per salvarti in calcio d’angolo o perché avresti voluto che un po’ lo fossi. Sono lento in queste cose, mi imbarazzo. Lo dicono anche tutti i miei amici – dandomi botte in testa – quando le mie serate con ragazze finiscono con “ci siamo abbracciati”, “abbiamo dormito soltanto”, e così via. Cosa posso dirti, non so cosa dirti. Probabilmente sono un oriundo inconsapevole. Sono tornato a casa, ho pensato di fare una checklist su quanto rispecchiassi quell’elenco che mi avevi fatto. Ma quello che mi importava eri tu. Allora ti telefono, accendo lo stereo e prendo come scusa questa canzone per sentirti. E basta: