L’anno del demone è il secondo volume di Le cronache delle spade di Inazuma di Steve Bein. La saga è iniziata con La figlia della spada, libro che è in parte romanzo storico e in parte thriller contemporaneo con le varie sezioni unite fra loro da tre spade leggendarie del maestro Inazuma: Bella cantante, Vittoria gloriosa (indesiderata) e La tigre sulla montagna.
La figlia della spada mi è piaciuto molto. Sono belle le sezioni storiche, ambientate in periodi diversi e spesso con protagonisti diversi per mostrarci all’opera spade diverse, ed è bella la sezione contemporanea, dove l’unica detective donna di Tokyo lotta contro i pregiudizi sessuali, lo spaccio di droga, una situazione familiare non proprio idilliaca, i suoi stessi dubbi e un tizio decisamente fuori di testa. Ero indecisa però se andare avanti o no, perché quel libro mi sembrava perfetto così com’era.
È ovvio che se sono qui a parlarne è perché dopo qualche mese mi sono decisa a leggere L’anno del demone. Il libro non è male, intendiamoci, ma rispetto al primo l’ho trovato un po’ sotto tono. Due diverse ambientazioni storiche in questo caso, anche se una delle due riprende un personaggio già visto in La figlia della spada, ma stavolta non ho sentito l’urgenza della narrazione. Non ero curiosa di scoprire cosa sarebbe accaduto dopo. I problemi mi sono sembrati un po’ artefatti, le spade e la maschera in questo caso erano quasi degli optional e non degli elementi fondamentali. Alle tre spade dello scorso romanzo – ma qui l’attenzione è focalizzata su Vittoria gloriosa indesiderata – l’autore ha aggiunto una maschera demoniaca. Sono oggetti bramati da chi li vede, certo, ma a me tutti i pensieri che suscitavano si potevano riassumere nell’espressione “e allora?”. Davvero sono così importanti? Spade e maschera sembrano più pretesti narrativi che elemento portante, con la maschera che mi dava quasi l’impressione di essere stata aggiunta per dare all’autore la scusa per scrivere un altro romanzo, mentre in La figlia della spada le lame del maestro Inazuma erano davvero il motore della storia. Guidata da sensazioni come queste ho trovato la parte storica lenta e un po’ noiosetta, a tratti quasi inutile.
Con Mariko è andata meglio. La sua storia era interessante, peccato che la sua Inazuma fosse solo un pretesto per avviare un certo tipo d’indagine e che la maschera mi sembrava messa dentro in modo un po’ forzato. Il romanzo, a mio giudizio, non ha le premesse giuste. Poi l’autore sa comunque scrivere perciò io ero quasi sempre interessata, ma certo non ero convinta nella lettura come in La figlia della spada. In più il finale di L’anno del demone per certi versi è insoddisfacente come lo è la realtà, con una sensazione d’incompiutezza che non è mai bella. Non dico che non abbia senso, ne ha eccome, eppure finito il libro mi sentivo un po’ delusa, come se mi mancasse qualcosa. Parte del divertimento del primo romanzo, certo, ma anche, a quanto pare, parte della storia.
Sono andata a dare uno sguardo sul sito di Steve Bein, e in effetti manca parte della storia. Le vicende di Mariko riprendono proprio da questa conclusione parzialmente deludente e vanno avanti in un romanzo intitolato Disciple of the Wind, giunto nelle librerie americane solo il 7 aprile di quest’anno. Mi spiego meglio. L’anno del demone è, a tutti gli effetti, un romanzo compiuto. Mariko inizia un’indagine e va avanti fino a quando non risolve il caso, e anche se io avrei preferito una conclusione diversa la conclusione c’è. Proprio perché avrei preferito una conclusione diversa però sono contenta di sapere che le cose non rimangono lì dove le ho lasciate io ma che ci sono ulteriori sviluppi. Magari nel prossimo romanzo acquisterà anche una maggiore importanza la maschera, e tornerà in scena la spada, perché la loro presenza in questo romanzo è stata deludente. Vedremo. Il libro non è male, ma non è all’altezza di La figlia della spada.
Sempre dal sito di Bein ho visto che l’autore ha scritto anche un racconto disponibile in formato ebook, Only a Shadow, incentrato su La tigre sulla montagna e ambientato nel 1442, e che ha in programma di pubblicare un secondo racconto, Streaming Dawn, sempre in formato ebook, in un non ben precisato futuro.
Il sito di Steve Bein: http://www.philosofiction.com/