Tra le tante definizioni di prog, mi è rimasta impressa quella fornita da Hackett tempo fa, il quale affermò che quel particolare genere musicale non sarebbe mai nato senza il mellotron. Una semplificazione, che però identifica un fondamento di una dottrina musicale ancora molto amata. E le atmosfere sinfoniche non sono mancate neppure al Politeama, ed hanno caratterizzato, oltre alla parte conosciuta, anche il repertorio del nuovo album. Ma si sa, in queste occasioni ci si aspetta ciò che già si conosce … si spera di vedere materializzarsi sul palco qualche scena già vissuta, e in parte ciò accade, quando si toccano momenti come Firth of Fifth, The Carpet Crawlers o Los Endos, e il pubblico sottolinea palesemente la predisposizione al ricordo di ciò che, seppur molto lontano, ha ormai assunto lo status dell' immortalità. Momenti acustici si alterneranno ad altri elettrici, tra rock e attimi intimistici, ma alla fine ciò che conta è la riuscita piena della riproposizione di un’opera già conosciuta, se non direttamente almeno attraverso i media, e in questo caso è andata in scena una delle tante puntate de “La Storia del Rock”. Una fortuna esserci. Non ero presente all’Alcione quarant’anni fa, anche se vidi i Genesis in gran spolvero due ani dopo a Torino, e oggi come allora, quella musica mi provoca forti “scossoni”, e mentre ascoltavo il primo bis, Watcher of the Skies, ripetevo tra me e me, il solito retorico quesito, quello relativo al come diffondere tra i giovani una musica che, una volta conosciuta, diventa elemento irrinunciabile. Si accettano idee innovative! Due ore intense e interattive e, a mio giudizio, un grande concerto. Siparietto finale con contatto col pubblico per le firme di rito. Steve appare stanco e provato dalla performance, ma gentile con tutti. Arriva il mio turno e mi riconosce dal nome (il suo invito personale via mail verrà presto incorniciato e appeso assieme al biglietto autografato), e questo in qualche modo mi gratifica. Ho in mano un pass per l’after show, per "disturbarlo" ancora in camerino, ma… desisto, qualsiasi frase “obbligata” non avrebbe potuto dare valore aggiunto ad una bella serata di musica. Quale miglior modo per ricordare … la genesi italiana dei Genesis!?
Tra le tante definizioni di prog, mi è rimasta impressa quella fornita da Hackett tempo fa, il quale affermò che quel particolare genere musicale non sarebbe mai nato senza il mellotron. Una semplificazione, che però identifica un fondamento di una dottrina musicale ancora molto amata. E le atmosfere sinfoniche non sono mancate neppure al Politeama, ed hanno caratterizzato, oltre alla parte conosciuta, anche il repertorio del nuovo album. Ma si sa, in queste occasioni ci si aspetta ciò che già si conosce … si spera di vedere materializzarsi sul palco qualche scena già vissuta, e in parte ciò accade, quando si toccano momenti come Firth of Fifth, The Carpet Crawlers o Los Endos, e il pubblico sottolinea palesemente la predisposizione al ricordo di ciò che, seppur molto lontano, ha ormai assunto lo status dell' immortalità. Momenti acustici si alterneranno ad altri elettrici, tra rock e attimi intimistici, ma alla fine ciò che conta è la riuscita piena della riproposizione di un’opera già conosciuta, se non direttamente almeno attraverso i media, e in questo caso è andata in scena una delle tante puntate de “La Storia del Rock”. Una fortuna esserci. Non ero presente all’Alcione quarant’anni fa, anche se vidi i Genesis in gran spolvero due ani dopo a Torino, e oggi come allora, quella musica mi provoca forti “scossoni”, e mentre ascoltavo il primo bis, Watcher of the Skies, ripetevo tra me e me, il solito retorico quesito, quello relativo al come diffondere tra i giovani una musica che, una volta conosciuta, diventa elemento irrinunciabile. Si accettano idee innovative! Due ore intense e interattive e, a mio giudizio, un grande concerto. Siparietto finale con contatto col pubblico per le firme di rito. Steve appare stanco e provato dalla performance, ma gentile con tutti. Arriva il mio turno e mi riconosce dal nome (il suo invito personale via mail verrà presto incorniciato e appeso assieme al biglietto autografato), e questo in qualche modo mi gratifica. Ho in mano un pass per l’after show, per "disturbarlo" ancora in camerino, ma… desisto, qualsiasi frase “obbligata” non avrebbe potuto dare valore aggiunto ad una bella serata di musica. Quale miglior modo per ricordare … la genesi italiana dei Genesis!?
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