"ogni civiltà, a un certo punto della sua storia, deve venire a patti con i suoi valori"
Un cine -blogger, non ricordo più chi (anzi se qualcuno leggendo si riconoscesse in questa affermazione, può farmelo gentilmente sapere?), una volta scrisse "è più facile recensire un film che non ci è piaciuto". Aveva ragione. Un film brutto lo puoi allegramente spernacchiare, se un film ti è piaciuto, quando addirittura non lo hai amato visceralmente, spesso, per un dilettante, è più difficile trovare le parole giuste per esprimere ciò che quello che hai appena visto.
Perchè "Munich" io l'ho amato moltissimo.
Spy-story tecnicamente perfetta e, nonostante la sua lunghezza, senza cadute di tono, "Munich" va però decisamente oltre.
Spielberg, che è sempre stato accusato di essere eccessivamente buonista, questa volta spiazza tutti con un film che non può lasciare indifferenti.
Ma non credete a chi vi parlerà di un film politico.
Con "Munich" Spielberg, non si schiera. Non possono esserci vincitori in uno scontro tra due popoli che dura da troppo tempo, ma tutti sono sconfitti, i morti come i vivi.
Avner stesso, cresciuto convinto, come ognuno di coloro che si troveranno a "combattere" su entrambi i fronti, di essere nel giusto, partirà deciso ad uccidere i responsabili del massacro di Monaco. La missione avrà fondamentalmente successo, saranno eliminati sette terroristi su undici, ma Avner si chiederà ben presto quale sia il senso di tutto questo, in fondo i capi palestinesi uccisi sono stati sostituiti immediatamente da qualcuno altrettanto feroce. Tornerà a casa, ma non sarà più lo stesso uomo perché capirà che in un conflitto del genere la ragione forse, non esiste, mentre il debito di sangue sarà destinato a continuare.
Insomma, se pur recensito malamente, "Munich" è un film bellissimo.
Interpretato tra gli altri da Daniel Craig, Mathieu Kassowiz, Geoffrey Rush ma soprattutto da un bravissimo e coinvolto Eric Bana è un film cupo, dolente, pessimista eppure in certi momenti di una intensità capace di commuoverti.
Brindano con me a colui che, nonostante (forse) qualche inciampo, rimane uno dei più grandi registi della storia del cinema,
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