Di onorificenze e riconoscimenti ne ha avuti tanti, in patria e all’estero… Croce al merito dalla Germania, Public Service Award dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ben 4 nomine a Cavaliere … dall’Italia dall’Inghilterra, dalla Francia, dallaPolonia… Alla fine si è proprio convinto di essere Cavaliere, perchè nel 2012, per presentare il film “War Horse”, ha sfilato sul red carpet con un cavallo! I suoi film hanno ottenuto 109 premi in ogni parte del mondo, lui un “Leon d’Oro” alla carriera a soli 47 anni, 2 Oscar… eccetera. Il Daily Telegraph in una sua ricerca sui geni viventi, ne ha rintracciati 100 sulla faccia della Terra e Steven Spielberg lo ha collocato al 26 posto.
“Il Genio è saggezza e gioventù…” Forse il poeta pensava a a uno come lui quando lo scrisse… Che sia saggio non c’è da dubitarne… Sembra che abbia uno speciale sesto senso per captare l’umore dei tempi… Pronto a inserirsi giovane giovane nella New Hollywood, con film problematici e inquietanti come ”Duel” e “Sugarland Express”, è anche il primo a uscirne quando si accorge che il secondo film, con tanti complimenti dalla critica, poco piace al pubblico. Il film che viene dopo, “Lo Squalo” diventa Blockbuster… Una virata a 360°, con riprese costose e spettacolari, una distribuzione su scala massiccia e una pubblicità martellante… I produttori di Hollywood si stavano riprendendo il loro potere ceduto negli anni precedenti al cinema indipendente e al film d’autore… Spielberg lo sa e vuole girare solo con un produttore che lo può capire e non gli metterà mai i bastoni fra le ruote … Non a caso si chiama George Lucas… Appena può si fa una casa di produzione tutta sua … la “Amblin Entertainment “perchè non vuole che i suoi sogni e quelli di tanti altri come lui rimangano schiacciati in qualche cassetto … Dopo arriverà anche la “Dreamworks Animation”, quando, senza più freni, cercherà i più folli dei suoi effetti speciali..
Di sogni,visioni, incubi ne doveva avere proprio tanti, anzi, ci doveva essere nato! Si dice che i suoi genitori gli proibivano di vedere troppi film per non alimentare quella fantasia senza fine. Per fortuna che gli avevano regalato una macchina da presa 8 mm così i film se li faceva in casa… Deve essere stata la sua sola consolazione in un’infanzia difficile… Loro erano ebrei e nel New Jersey e a Saratoga, in California, gli fecero sentire tutta la sua diversità. Gli insulti “sporco ebreo” erano il suo pane quotidiano e finì per aver paura dei suoi compagni di scuola. Anche a casa non andava proprio bene con il padre sempre lontano per il suo lavoro. .. ma può darsi che Steven, bambino troppo sensibile, avesse percepito già la crisi che, anni dopo, porterà i suoi genitori al divorzio.
Forse è stato per rimanere vicino e far coraggio a quel ragazzino solitario e spaventato che Spielberg è rimasto sempre giovane. Perchè è la giovinezza l’altra faccia del suo genio. Quasi tutti i suoi film hanno bambini come personaggi chiave e in quelli dove non ci sono bambini ci sono le meravigliose favole dedicate ai ragazzi di tutte le età. Erede diretto delle strisce e dei serial anni ’30 e ’40, Indiana Jones è il più bel personaggio d’avventure con cui si può incontrare un ragazzino… Generoso, con tanti nemici e rischi folli che non finiscono mai… Lucas, il suo sognante amico si inventò il personaggio e Spielberg, che non a caso aveva adorato James Bond, impazzi di felicità e di idee per questa strana figura di archeologo avventuroso alla pazza ricerca di antichità rare. Che poi, e questo è l’aspetto più affascinante e romantico del personaggio, Indiana Jones, proprio come un cavaliere antico, non ricava niente per sé di quello che scopre o di quello che recupera. L’Arca perduta e ritrovata si perderà nuovamente in uno scantinato del Pentagono, la pietra di Shankara torna al villaggio, del Santo Graal non ne parliamo neppure e, dal teschio di cristallo, avrà solo un ringraziamento.
Fra tutti i bambini che riempiono i film di Spielberg, quello in cui è più sicuro ritrovare il giovane Steven è senz’altro Elliott, l’amico di E.T.. La storia l’ha ricordata il regista in persona… “Dopo il divorzio dei miei genitori venne a farmi compagnia un alieno immaginario e colmò il vuoto che c’era dentro di me”… Quel piccolo alieno non se ne andò mai via del tutto e del resto, a pensarci bene è logico… Spielberg non è mai cresciuto abbastanza per cacciar via le favole dell’infanzia. E.T. gli rimase dentro per 20 anni riaffacciandosi ogni tanto, mentre ad esempio girava “Incontri ravvicinati del terzo tipo,”dove c’era un altro bambino, portato via per un po’ di tempo dagli alieni e poi, mentre era alle prese con l’arca perduta… Melissa Mathison, la sceneggiatrice aveva raggiunto in Tunisia la troupe e suo marito Harrison Ford e stavolta il piccolo alieno saltò fuori da un ‘altra storia di fantascienza, si trattava di un personaggio secondario che era rimasto per sbaglio sulla Terra. Così un tassello alla volta, il giovane Steven/ Elliott riuscì ad avere tutto intero il suo grande amico con cui andava in bicicletta lontano dal mondo insensibile dei grandi.
Tutti sono rimasti incantati di fronte alla fantascienza inventata da Spielberg. Lui gli ha tolto quella cupezza, quel pesante scientismo che aveva finito per allontanare con la noia e la paura, la maggior parte degli spettatori… Adesso i personaggi che tornavano con Spielberg erano epici o romantici e portavano con sé mondi meravigliosi e incantesimi sconosciuti. Il bambino più dolce e sfortunato della personale fantascienza di Spielberg è David, il piccolo androide Mecha di Intelligenza Artificiale, sensibile proprio come un bambino… che in una fiaba disperata va in cerca per migliaia di anni della sua mamma che l’ha abbandonato. E’ stato forse l’ultimo omaggio di Spielberg al suo amico Kubrick che non aveva fatto in tempo a vederlo… Il personaggio è ispirato alla favola italiana di Pinocchio, il burattino di legno che nasce senza genitori e che, della Fata Turchina, farà la sua mamma… Pinocchio è un burattino difficile, ribelle, che non va a scuola, ed era inevitabile che Steven, che ha visto tanti bambini difficili, prima o poi dovesse incontrare Pinocchio. L’ha conosciuto di sicuro in Toscana dove Pinocchio è nato e dove Spielberg va molto spesso. Si è innamorato di quella terra antica, dei colli, dei vigneti e del buon vino… Sembra che della Toscana non ne possa fare più a meno..ed è molto probabile che lì si incontra ancora con Pinocchio. Dalla Toscana però qualche volta, per qualche giorno si allontana, con la sua barca e va a Sorrento oppure fa un salto a Portofino… per andare a mangiare una specialità ligure… una pasta colorata con le erbe che preparano da quelle parti:
TRENETTE AL PESTO CON I PINOLI
INGREDIENTI per 4 persone: 400 grammi di trenette , 24 foglie di basilico spigato, cioè quando è in fiore, 40 grammi di pinoli, 3 spicchi di aglio, 60 grammi di parmigiano grattugiato, 40 grammi di pecorino ligure proveniente dagli alpeggi dell’Alta Val Bormida, Giovo di Sassella, Altipiano di Bordineto ( in alternativa si può usare pecorino sardo che però ha la caratteristica di non avere sempre lo stesso sapore e di essere talvolta troppo piccante per il pesto), 2 dl di olio extra vergine di oliva, sal e pepe q. b.
PREPARAZIONE: Tritate aglio e basilico aggiungendo un pizzico di sale che serve a mantenere inalterato il verde delle foglie. Poi mettete aglio e basilico in un mortaio, aggiungete i pinoli, meno qualcuno che manterrete intero come decorazione, poi pestate gli ingredienti aggiungendo un filo di olio. Poi mettete il pesto ottenuto, dal mortaio in una terrina e aggiungete il pecorino, il parmigiano, l’olio rimasto, il sale e il pepe.
In una pentola di acqua che bolle fate cuocere la pasta, scolatela “al dente” e conditela con il pesto. Se dovesse risultare troppo densa aggiungete un poco dell’acqua di cottura ancora calda e mescolate. Decorate con qualche foglia di basilico intera e il resto dei pinoli. E’ pronta per essere servita.