Stielas Storhett – Drownwards

Creato il 28 dicembre 2015 da Iyezine @iyezine

Recensione

  • WormHoleDeath
  • Anno: 2015
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Che la Wormholedeath negli ultimi anni sia diventata un punto di riferimento per il metal underground, specialmente in ambito estremo è un fatto, ma non contenta riesce nella non facile impresa di scovare realtà di un certo spessore in ogni parte del mondo, a livello musicale e non solo.

Mai un gruppo o un album che non abbia una elevata maturità, anche concettuale e atmosferica, lasciando in noi l’impressione di valutare molto attentamente tutti gli aspetti di un’artista e non solo la bravura strumentale o l’appeal che il lavoro svolto può avere sugli appassionati.
Premessa dovuta e complimenti fatti per il nuovo acquisto dell’etichetta nostrana, la one man band proveniente dalla Russia Stielas Storhett, creatura oscura e drammatica del polistrumentista Damien T.G, fresco di firma per la label italiana.
Certamente non un novellino, il musicista russo arriva così al terzo full length, di una carriera solista iniziata circa una decina d’anni fa con il primo album, Vandrer… e proseguita con Expulsè del 2011, con in mezzo un paio di spilt e un mini cd.
Veniamo a Dronwards, nuova opera che alternando black metal, atmosfere dark ed un tocco progressivo dal taglio moderno, riempie le orecchie di ottima musica colma di atmosfere drammatiche, intimiste, a tratti rabbiose come sa essere il black metal, contornandolo da un’aura di eleganza, anche quando la forza d’urto del metal estremo si fa pressante, regalandoci bellissimi momenti dove le note che galleggiano nelle acque tranquille del post metal dai contorni darkeggianti riescono a tenere comunque alta la tensione, che esplode come un vulcano nelle tragiche cavalcate metalliche.
Ottimo il lavoro sulle voci, che si alternano e riempono di varie sfumature i passaggi di quest’opera oscura, d’impatto lo scream, stupenda e molto personale la voce pulita.
Un album da far vostro con la dovuta calma, la musica di Damien T.G non nasconde assolutamente le proprie influenze, girando intorno a chi, del genere è stato maestro indiscusso (primi Opeth e Katatonia), ma interpretando il tutto con molta personalità e quel quid moderno nel sound, che ottiene i maggiori consensi da parte del sottoscritto.
Un sali e scendi di colori e sfumature che hanno il nero come base per il proprio quadro musicale, tenendo sempre per le briglie la parte estrema, non ammorbidita ma resa ancora più tragica dalle parti melodiche e quando una voce femminile, entra nel cuore di songs come la notevole Null (The Last Journey), le emozioni diventano tangibili, travolgendoci di drammatica passionalità.
Prodotto benissimo, Drownwards, vive di momenti davvero intensi come in Constant, Spyglass, la cavalcata metallica Ode To My Slaves e la conclusiva TMS, ma sono certo che, se scrivessi queste righe fra un paio di mesi citerei altri brani, altri momenti, altri attimi di questo bellissimo ed emozionante lavoro, fatelo vostro.

TRACKLIST
1) Gasp For Change
2) Playfields Of Gods
3) Null (The Last Journey)
4) Just Walking Around
5) Constant
6) Spyglass
7) Backdoor Mate
8) Ode To My Slaves
9) Omnivores
10) Tms

LINE-UP
Damien T.G. – Everything

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