Stile padano, gestione italiana

Creato il 30 marzo 2011 da Alesan
Continuo a pensare che quanto sta accadendo a Fukushima sia più grave per il mondo di quanto non accada a Lampedusa, dove la crisi dei dittatori ha riaperto i viaggi in barca nel Mediterraneo. Eppure tutto questo sembra funzionale alla polemica sterile e alle soluzioni facili, dove i difensori della cristianità e della religione di casa nostra diventano improvvisamente quelli dei fora di ball che tanto il Gesù Cristo non è il vangelo ma misera propaganda. Esponenti del potere politico che non sanno fare altro che dire sciocchezze, magari in dialetto per essere più simpatici, un altro sistema semplicistico puramente mirato alla pancia dell'elettore che a convincerlo per bene arriverebbe anche a sparare addosso a donne e bambini pur di liberarsi del "problema". Non sono uno di quelli che pensano che si debba aprire la porta a tutti o che ogni caso di immigrazione sia per forza identico. Penso però che l'Italia sia indietro nella gestione dell'immigrazione, soprattutto in quella cosiddetta di qualità, come piace definirla agli economisti, quella cioè che porta ricchezza di vedute, culture, lavoro. Siamo indietro perché non ammettiamo che ci sia un'alternativa al fora di ball, perché amiamo lamentarci e perché non vogliamo costruire piani seri e organizzati di immigrazione. E perché da buoni provincialotti siamo convinti che l'immigrazione non sia un fenomeno inevitabile in un mondo così complesso e globalizzato.
Questo governo ha inutilmente finanziato una sorta di sanatoria un paio di mesi per 90 mila ingressi in più; oggi siamo già troppo pieni, ma il problema era anche due mesi fa. Anche un anno fa, e prima. Questo governo ci trita le palle da un paio di mesi sulle invasioni del terribile islamico e quando questo avviene si fa cogliere impreparato. Ed è impreparato perché l'immigrazione sembra rimanere un buon prodotto di propaganda elettorale e invece di farti perdere consensi te li fa guadagnare col fora di ball. Del resto se fa ancora leva la storia del comunismo per Berlusconi, figuriamoci con gli stranieri...
L'Italia è geograficamente piazzata nello stesso posto da qualche anno. Il problema immigrazione, governarla e gestirla, essere preparati alle crisi, non è un punto dolente che ti si pone oggi. E' un problema che dovevi valutare qualche decennio fa. Ma visto che la Prima repubblica non lo ha fatto le speranze erano riposte in fora di ball e i loro amici, che chiamano "casa loro" l'Italia solo quando serve fare propaganda. Gli altri giorni dell'anno è casa d'altri, perché loro sono padani, i difensori della giustizia e della legalità. Quelle del processo breve, del legittimo impedimento, dell'impunità. Non è vero che il potere logora chi non ce l'ha, corrompe chi lo ha. Abbiamo una classe dirigente che sulle nostre sfighe ci ha costruito decenni di campagne elettorali senza risolvere uno solo dei grandi problemi reali. Una classe dirigente che ha talmente tanta forza in politica estera che Frattini non viene nemmeno invitato per giocare a Risiko. Una classe dirigente che scambia esseri umani con un fastidio da affondare e che pensa che le riforme e le norme sull'immigrazione si facciano con i fora di ball. Una classe dirigente che ha fallito miseramente e farebbe bene, lei sì, ad andarsene fora di ball.

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