Per una persona che decide di fare della fotografia il proprio pane quotidiano arriva il giorno delle scelte.
Argomento che non va mai a male, ne parlavo giusto l'altra sera.
Bisogna riflettere su varie cose, in primis sui perchè: perchè mi interessa fotografare quella determinata situazione, quel determinato soggetto?
Desidero cimentarmi in una tematica mia, meditata e sentita, o voglio semplicemente buttarmi su un tema già sviluppato, per far vedere "anch'io sono in grado di"...?
Voglio conformarmi alla massa, o uscire dalla stessa?
Domande che, quando te le poni seriamente, sono da delirio.
La ricerca di uno stile poi, è fondamentale.
Oggi le immagini abbondano più dei granelli di sabbia su una spiaggia. C'è ne sono di buone, di molto buone, di cattive e di inguardabili.
Il punto è, riflettendoci, che si assiste ad un omogeneizzazione degli stili.
Sembra tutti mirino ad esprimersi nello stesso modo, con gli stessi crismi e gli stessi criteri.
Il risultato è una "massa" non solo di foto simili, ma di lavori e di concetti simili.
Diventa più una moda espressiva del momento che una ricerca personale.
Ma questo significa sostanzialmente spersonalizzare la professione stessa.
Si diventa fotografi e, soprattutto, fotoreporter per passione, e la passione primaria dovrebbe essere quella di raccontare ciò che vediamo con un nostro punto di vista, unico e personale.
Sinceramente, mi chiedo quanti realmente lo facciano e quanti, invece, vadano dietro alla tendenza.
Intendiamoci, essere aggiornati e saper stare dietro alla corrente è fondamentale, ma il vero trucco è quello di saperla sorpassare e di non accontentarsi a fargli da fanalino di coda.
Questo per quanto riguarda lo stile, ma lo stesso vale per le tematiche trattate.
La morte e le disgrazie prevalgono su tutto, sempre.
Si sa, l'essere umano ha questa passione smisurata per l'atroce; sembra curioso di vedere il morto. Ne freme, non ci sono cazzi.
Dico boiate? Allora pensate alle code che si formano in autostrada ogni qualvolta c'è un incidente.
Una volta si formavano solo dal lato del botto, e già non avevano fondamentalmente senso. Adesso prendono vita anche nella corsia adiacente!!! Perchè? forse perchè la gente vuole sincerarsi che nessuno si sia ferito? o forse per dare una mano in caso di bisogno? tutte cazzate, è perchè la gente è attratta dal macabro, ed è curiosa di vedere chi si è fatto più male di chi, manco fosse un reality show. Se poi incappate in un corpo coperto da un telo bè, state pur certi a casa per cena non ci arrivate in tempo...Come dicevo, le tematiche sono queste, oppure le idiozie: le spiagge, i culi, le veline, il grande fratello.
Il resto pare attecchire poco, con la conseguenza che l'informazione di massa così come oggi è concepita non aiuta molto chi vuole sviscerare qualcosina di più.
E allora? come si può fare?
Bella domanda.
La prima cosa è chiarirsi ed essere onesti con se stessi: bisogna aver chiaro i perchè di quello che facciamo.
Per prima cosa, non bisogna essere ipocriti dicendo che fotografiamo le disgrazie per aiutare le persone che soffrono, non è affatto vero. Lo facciamo per un nostro desiderio personale, che di base si concretizza nel fare delle buone fotografie. Questo a prescindere dalla nostra umanità. Poi, cosa sacrosanta, se un nostro lavoro potesse aiutare a sensibilizzare la società su un determinato argomento ne saremmo orgogliosi. Comunque, non è questo lo spirito motivante. Per aiutare la gente meglio entrare a far parte di medici senza frontiere, mettere giù la macchina fotografica e preoccuparsi dei loro bisogni primari (piccola nota Anti Ipocrisia ndr).
Tornando a bomba, il desiderio di fare un buon lavoro deve, o dovrebbe, andare a braccetto con quello di farlo con un proprio stile personale.
Ecco che si crea una sorta di formula: avere chiari i motivi e i perchè, ci porta a elaborare uno stile, un metodo, un approccio, un punto di vista diverso, magari non ancora sperimentato, che ci permetterà di tirare fuori una dialettica fotografica che a sua volta darà nuova luce all'argomento stesso.
Interessante ed efficace, ma di certo non facile.
Non facile perchè, oggi, si è già fatto e rifatto tutto.
Trenta o quaranta anni fa sarebbe stato più semplice, oggi bisogna pescare originalità in un bailame già trito e ritrito.
Non è facile anche perchè richiede tempo. Non si fa in due giorni una roba del genere.Roba tosta.Quindi in conclusione, due parole.
Bisogna sbattersi !!!
Amen...