Non ho mai avuto una grande memoria. Hey, la sapete una cosa, che credo di non avervi mai detto? Non ho mai avuto una grande memoria. Lo so che l'Alzheimer non colpisce per forza le persone come me e un film come Still Alice ci mostra come possa manifestarsi in una professoressa di linguistica che ha sempre avuto nella memoria e nelle parole il suo punto di forza. Io magari rimarrò costante così, a un livello di memoria mediamente di merda, ma non peggiorerà troppo. Eppure quando si parla di Alzheimer è come se si parlasse di qualcosa che mi riguarda in prima persona, come se fosse destino che mi venga. Non so, è una paura che ho e ve l'ho mai detto che non ho una grande memoria? L'altro giorno mi pare fosse il Giorno della Memoria, solo che non ricordo mai in memoria di cosa sia. Forse delle persone con poca memoria come me, peccato che le persone come me non si ricordano mai in che giorno vada festeggiato.
Mettermi alla visione di una pellicola come Still Alice in cui una professoressa di linguistica si ammala di Alzheimer così, di punto in bianco, a 50 anni, è come mettermi di fronte a uno dei miei peggiori incubi. Still Alice io l'ho vissuto come un film horror, anche se poi è il classico film sulla malattia.
Mi avevano detto, qualcuno che adesso non ricordo, che Still Alice non era il classico film sulla malattia. Invece sì. Non lo dico come una cosa necessariamente negativa. Rispetto ad altre pellicole che hanno affrontato il tema in maniera singolare come Un sapore di scoregge e ossa, o un titolo del genere, oppure in maniera ricca di umorismo come Quasi mici, Still Alice mi è sembrato seguire gli schemi tipici del film sulla malattia: primi sintomi, primi sospetti, diagnosi, reazione della famiglia, tentativi di conviverci, peggioramento lieve delle condizioni, peggioramento definitivo delle condizioni... Tutto abbastanza nella norma, con una regia che non fa certo gridare al miracolo e si limita a raccontare la storia e la sua protagonista nella maniera migliore possibile, senza enormi sorprese, a eccezione del finale che non è quello che ci si poteva aspettare, o che almeno io non mi aspettavo. Quindi, cos'ha di speciale questo film?
"Tesoro, come hai detto che si chiamava quel blog competente di cinema?"
"Non ricordo bene, ma di sicuro non Pensieri Cannibali."
Niente, è solo che mi ha fatto piangere come un vitello, ma non uno normale. Uno di quelli che gli altri vitelli prendono per il culo perché piangono troppo. Era dai tempi di quel film... come si chiama... Un ponte di Brooklyn... No, ma che dico? Un ponte per Terronbithia, o qualcosa del genere, adesso non mi viene in mente il titolo preciso. Non ricordo nemmeno bene di cosa parlasse. Ricordo solo che mi aveva commosso parecchio. La prima parte di Still Alice non è che mi abbia colpito così tanto, allo scattare della mezz'ora però mi è salita un'angoscia esistenziale profonda. C'è una scena in cui ATTENZIONE SPOILER Julianne Moore comunica ai suoi figli di essere malata e che la cosa è ereditaria FINE SPOILER e lì la fontanella mi si è aperta e non si è più chiusa. Il resto del film non posso nemmeno dire di averlo visto bene. Un po' perché in questo momento non riesco a ricordarmelo bene anche se l'ho guardato... quando l'ho guardato? Boh, credo un paio di giorni fa. E un po' perché avevo gli occhi lucidi e quindi la visione è proseguita in maniera sfocata.
Cosa volete? Anche un uomo ogni tanto ha bisogno di farsi un pianto. Per ricordarsi di essere umano, di essere sensibile, perché io sono così smemorato che a volte mi dimentico persino queste cose. Solo perché un uomo piange non significa che sia gay. Lo dice pure Tiziano Ferro: “E mi sento come chi sa piangere ancora alla mia età”... ehm, forse ho sbagliato esempio. In ogni caso capita che anche noi uomini a volte piangiamo. In privato, di nascosto da tutti, ma piangiamo. Devo poi aggiungere che quando ho visto Still Alice ero in condizioni – come dire? – precarie. Ero influenzato, avevo le difese immunitarie compromosse... scusate, compromesse. Ve l'ho già detto che io prima di guardarmi un film mi preparo con un metodo paragonabile a quello dell'Actors Studio? No, questo non credo di avervelo mai detto. Ne sono sicuro. Per quanto possa essere sicuro di qualcosa uno con una memoria come la mia. In pratica, cerco di immedesimarmi il più possibile in un personaggio o in una pellicola in generale e, se mi devo guardare un film che affronta il tema della malattia, quando lo guardo cerco di essere malato anch'io. Mi rendo conto che un'influenza di stagione non è minimamente paragonabile ad avere l'Alzheimer, però il fatto di essere in condizioni malaticce mi ha aiutato a empatizzare con la protagonista. Oltre al fatto che io, come lei, ho dei problemi di memoria. Ve l'ho mai detto?
Nonostante le lacrime che il film mi ha fatto versare e nonostante sia entrato in totale empatia con la protagonista, io agli Oscar non farò comunque il tifo per Julianne Moore. Perché? Perché sarò anche sensibile, ma resto sempre uno stronzo. E poi perché per essere brava è brava davvero, solo che in questa pellicola pure Kristen Stewart mi è sembrata cavarsela alla grande e quindi la mia capacità di giudizio per un film strappalacrime del genere potrebbe essere fallata. Io, comunque, se avessi una figlia come Kristen Stewart che vuole fare l'attrice, farei come Julianne Moore e le consiglierei di avere un piano di riserva, nel caso la carriera cinematografica non andasse. Dopotutto l'avete vista in Twilight? Se qui la Stewart mi è sembrata valida allora mi sa che è davvero colpa dei lucciconi che mi hanno impedito di guardare bene il film.
"Mamma, ma come non ti ricordi più di me? Sono tua figlia, e sono anche quella famosa per Twilight."
"Twilight? E che cos'è?"
"Eh, beata te che l'hai scordato!"
In ogni caso la notte del 22 febbraio terrò per quell'altra, Rosalina Fika o come diavolo si chiama, quella del film L'amore bastardo, avete capito? In seconda linea terrò per quella tipa francese, Marion Cotillon, che con i ricchi premi si abbina, e poi per quella signorina di quel film su quell'handicappato. Cioè, un genio ma allo stesso tempo handicappato. Dai che avete capito di chi parlo. Io, sinceramente, non ricordo più di cosa stavo parlando. Credo di cinema. Sì, qualcuno mi ha detto, non ricordo più chi, che una volta tenevo questo blog dove scrivevo delle recensioni cinematografiche, a volte anche molto lunghe, spero non tutte noiose come questa, e non so come facessi a ricordarmi quello che scrivevo, visto che io non ho mai avuto una memoria molto... molto... qual è la parola che adesso non mi viene? Memorabile. Io di film memorabili nella mia vita ne ho visti tanti, anche se in questo momento faccio fatica a ricordarli. Ricordo che in preparazione degli Oscar ho guardato i vari film nominati. Come quello del ragazzino che cresce e c'hanno messo 12 anni per girarlo. Mi chiedo come facessero ogni anno a ricordarsi di ricominciare le riprese. E poi candidato per la miglior attrice c'era quello con quella tipa dai capelli rossi che prima credo di avervi detto come si chiama ma adesso non mi viene più. Quel film che aveva il nome come quello di quella schifezza di Tim Matton... il paese delle meraviglie! Ecco, la protagonista del film aveva lo stesso nome della tipa che finiva nel paese delle meraviglie. Ricordo che non è che fosse una pellicola così memorabile da un punto di vista cinematografico, ma ricordo anche che mi fece piangere come pochi altri film e comunque cosa stavo dicendo? Voi chi siete? Cosa ci fate su un sito che si chiama Peni Cannibali? Ma cos'è 'sta roba per pervertiti? E perché io ci sto scrivendo sopra? Forse è meglio se mi stendo un attimo, visto che tra l'influenza e la mia scarsa memoria al momento ho le idee un po' confuse. Dell'influenza mi sembra di avervene parlato prima, ma ve l'ho già detto che non ho mai avuto una grande memoria?