Stìnco
Dal longobardo skinko, da cui il tedesco Schinken ‘prosciutto’.
Sostantivo maschile (plurale stinchi).
1. Osso e più in generale la parte della gamba dell’uomo dal ginocchio alla caviglia.
Allungare gli stinchi: (figurato, disusato) morire, tirare le cuoia.
Rompere gli stinchi a qualcuno: importunarlo.
2. (zoologia) Negli arti dei quadrupedi, la parte che ha come base anatomica il metacarpo negli arti anteriori e il metatarso in quelli posteriori.
Lo stinco di bovino o di maiale che viene cucinato intero.
Una (parola) giapponese a Roma
Ray-tracing [raj'tresing]
Sostantivo maschile invariabile.
Voce inglese, composto di ray ‘raggio’ e tracing, derivato di (to) trace ‘tracciare’.
Sostantivo maschile invariabile.
(ottica) Tecnica di calcolo automatico, usata specialmente in campo informatico, del percorso seguito dai raggi di luce all’interno di un sistema ottico.
Un lettore ci ha chiesto perché si usa dire di qualcuno che "non è uno stinco di santo".
L’espressione serve per indicare in modo ironico che l’oggetto del discorso è una persona disonesta, non virtuosa e comunque dai comportamenti a dir poco discutibili: vi narrerò il casetto d’un amico, / che non è punto uno stinco di santo (Giusti). Lo stinco di santo sarebbe quindi l’uomo virtuoso, e viene così identificato poiché tra le reliquie dei santi sembra esserci abbondanza di tibie o comunque di ossa lunghe. Curioso poi che la locuzione abbia sempre la negazione: avete mai sentito dire di qualcuno che è uno stinco di santo?
Grazie a Marco Marcon.