Dopo aver letto con qualche scontento il graphic novel Carne scritto da Marcello Fois e illustrato da Daniele Serra, un amico mi aveva detto di non abbandonare la lettura di Fois per questo motivo e mi aveva suggerito, tra le altre cose, il romanzo Stirpe, sapendo che sono una grande appassionata di saghe familiari.
Infatti Stirpe è la storia dei Chironi, la famiglia formata da Michele Angelo e Mercede con i loro figli Pietro e Paolo (i due gemelli), Gavino e Luigi Ippolito e infine Marianna. Una storia da cui trasuda la ruvidezza che è propria della terra nella quale è ambientata, la Sardegna e in particolare Nuoro.
Insieme alle vicende dolorose di questa famiglia seguiamo anche le trasformazioni che cambiano il volto di Nuoro e della Sardegna tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, e gli eventi che attraversano la storia dell'Italia intera. Il tutto raccontato con lo stile originale di Marcello Fois che certamente è debitore del Verismo per il modo in cui il narratore si colloca rispetto ai personaggi e lo stile complessivo del racconto, nonché per le vicende sfortunate dei suoi protagonisti il cui riscatto non è mai compiuto. Anche la storia nella storia che ogni tanto interrompe il flusso degli eventi, quella di Don Quiròn, ha un sapore antico non solo nei contenuti, ma soprattutto per la scelta narrativa da cui nasce.
La prosa volutamente arcaica crea la suggestione di un romanzo quasi contemporaneo ai fatti che racconta.
La struttura narrativa è invece più moderna per i continui salti temporali che anticipano eventi, senza spiegarli, lasciando che il lettore li scopra e li comprenda solo successivamente.
Il lettore fatica insieme ai personaggi e - come loro e come la terra che li ospita - non trova orizzonti di pace piena. Il che può rendere il romanzo affascinante per taluni, per altri inutilmente carico e forzato.
A me è piaciuto. Abbastanza.
Voto: 3/5