Stitichezza possibili rimedi

Da Catanesefra

La stitichezza è un disturbo molto frequente nei Paesi industrializzati, la maggior parte dei casi di stitichezza non è determinato da una condizione specifica ed è difficile determinarne la causa esatta.
Per la prevenzione e il trattamento spesso è sufficiente seguire una dieta adeguata e modificare alcune abitudini di vita.
Questo click salute vuole aiutare i cittadini a gestire la stitichezza riducendo così il rischio di complicanze.

Non esiste una definizione univoca di stitichezza: in generale si definisce come un’alterazione della funzionalità intestinale caratterizzata da una defecazione difficoltosa, infrequente e incompleta. La diagnosi di stitichezza viene quindi effettuata quando un soggetto riferisce la presenza di due o più delle seguenti caratteristiche (in almeno il 25% delle scariche):
- sforzo nella defecazione;
- presenza di feci dure;
- sensazione di incompleta evacuazione;
- sensazione di ostruzione o blocco ano-rettale;
- necessità di ricorrere a manovre manuali per la evacuazione;
- meno di tre scariche alla settimana;
- evacuazioni rare senza l’uso di lassativi.
Si parla di stitichezza cronica quando i disturbi perdurano da almeno tre mesi nel corso dell’ultimo semestre.

Quando gli alimenti attraversano il colon questo assorbe l’acqua ancora presente e forma i prodotti di scarto, cioè le feci, che le contrazioni muscolari spingono verso il retto. Quando le feci raggiungono il retto sono solide, perché la maggior parte dell’acqua è stata assorbita. La stitichezza si verifica quando il colon assorbe troppa acqua, oppure le contrazioni muscolari del colon sono troppo lente e deboli, e di conseguenza le feci si muovono troppo lentamente. Le feci quindi si induriscono e si seccano.

I principali fattori che possono predisporre e aumentare il rischio di stitichezza sono:
- non seguire una dieta ricca di fibre (frutta, verdure e cereali);
- ignorare lo stimolo;
- non bere a sufficienza;
- vivere in una condizione con scarsa privacy quando si deve usare il bagno;
- condizioni patologiche come ansia e depressione;
- problemi psichiatrici, condizioni di violenza, traumi.

Il trattamento della stitichezza varia in funzione delle cause che hanno generato il disturbo, della durata e della gravità dei sintomi. Il primo approccio si basa sulla modifica di alcune abitudini e su interventi che comprendono anche quelli di prevenzione. L’uso dei farmaci lassativi invece deve essere sotto controllo medico e per brevi periodi. In particolare va raccomandato l’uso controllato nei bambini e nelle donne in gravidanza. Esistono quattro tipi di lassativi:
- lassativi formanti massa, a base di fibre;
- lassativi osmotici (salini e non), che agiscono aumentando il volume delle feci;
- lassativi stimolanti a base di senna che agiscono aumentando la motilità intestinale;
- ammorbidenti fecali che agiscono rendendo più soffici le feci e facilitando di conseguenza l’evacuazione.

Per prevenire la stitichezza o per il trattamento iniziale è fondamentale un intervento di tipo dietetico: è importante aumentare il consumo di fibre alimentari, che aumentano la massa fecale, stimolano la peristalsi e incidono sulla frequenza delle evacuazioni. Si consiglia quindi di:
- incrementare l’assunzione di fibre nella dieta con l’introduzione di alimenti che ne contengono in abbondante quantità (tabella) o mediante l’utilizzo di integratori alimentari; il supplemento di fibre va introdotto gradualmente fino alla dose massima di 25-30 g di fibre al giorno per almeno 1 o 2 settimane;
- assumere prugne o succo di prugna in alternativa al supplemento di fibre;
- aumentare l’introduzione di liquidi fino a 1.500-2.000 cc;
- limitare l’assunzione di tè e caffè, anche se un caffè al mattino aumenta i movimenti intestinali.
Inoltre occorre evitare i formaggi fermentati, i fritti e i grassi di origine animale.

Semplici esercizi da effettuare giornalmente


articolo tratto dal sito del collegio Ipasvi