Tutto sommato se qualcuno mi chiedesse se vale la pena leggerlo gli risponderei di sì.
Però non so prescindere da ciò che già conosco. Quindi non so cosa pensare delle tante affinità che ho trovato tra Percy Jackson e Harry Potter. Posso capire che alcune di esse sono dei tòpoi fantasy e basta avere un'infarinatura sull'argomento per rendersene conto, non serve neanche leggere quel tomo strutturalista che è Morfologia della fiaba di Propp.
Ovviamente poi c'è l'allontanamento. Harry si allontana dal mondo babbano e scopre la magnificenza di Hogwarts. Percy scopre di essere il figlio di un dio (Poseidone) e di una comune mortale e si allontana per recarsi nel "Campo Mezzosangue" (Half-blood in originale, proprio come era il caro vecchio Piton. Gli half-blood sono figli di un dio e di un comune mortale. Chiamarlo semplicemente semidio non bastava?) dove tutti questi figli ibridi, mezzi dèi, mezzi umani e pure mezzi reietti (nella vita reale sono dislessici, iperattivi e hanno forti problemi di socializzazione) si ritrovano. Qui, come Harry Potter, Percy scopre che il mondo non è così noioso come vuole il comune buon senso. Esistono infatti gli dei, Zeus, Era, Apollo, Pollon (sembra talco ma non è...scherzo ovviamente), Dioniso, Ares ecc., e praticamente scopre che tutta la mitologia che studiava a scuola non era soltanto fantasia, si era semplicemente nascosta e trasferita nella culla della civiltà d'occidente: New York.
Altri rapidi esempi:
Danneggiamento
L'antagonista reca danno all'eroe. La vittima sacrificale in questo caso è la madre di Percy rapita da Ade. In Harry Potter è inutile dire che il danneggiamento riguarda l'omicidio dei genitori, evento a cui ovviamente seguirà la voglia di vendetta di Harry nei confronti di Voldemort.
Fornitura
In questo caso Percy riceve dei doni magici particolari tra cui un berretto che rende invisibili (sigh) e una penna che diventa una spada (questa è interessante: ferisce più la penna o la spada? In questo caso sono la stessa cosa). La prima cosa che fu data ad Harry Potter è stata la bacchetta di agrifoglio con il cuore formato da una piuma della fenice.
Partenza.
La partenza riguarda un viaggio on the road di Percy, Grover e Annabeth verso la costa ovest degli Stati Uniti dove i tre dovranno recuperare la folgore di Zeus e scongiurare una guerra tra Zeus, Poseidone e Ade. Una vera partenza in Harry Potter la si può trovare forse nel settimo libro Harry Potter e i doni della morte dove il trio fugge da Hogwarts e va appunto alla ricerca (quest) dei doni della morte e degli Horcrux.
Reazione. L'eroe supera la prova.
Il nostro eroe se l'è vista brutta varie volte affrontando, tra gli altri, (spoiler) il Minotauro, le parche e Medusa.
Per non parlare poi delle "imprese" che i semidei affrontano e che è un'ottima traduzione dall'inglese di "quest". Il fantasy e la quest vanno a braccetto, ovviamente. In Harry Potter ci sono tante di quelle prove che mi sembra inutile elencarle.
Potrei continuare elencando molti dei trentuno punti dello schema di Propp però vi lascio un laconico...
Eccetera. Eccetera.
Per scrivere una vera recensione dovrei far finta di essere totalmente a digiuno del mondo di Harry Potter, anche se mi rendo conto che è impossibile far finta che non esista. Come ho già detto molte volte Harry Potter ha segnato l'immaginario collettivo dei nostri giorni quindi se ti viene in mente di usare una scopa volante stai sicuro che tutti penseranno ad Harry. Se parli di una fenice ti verranno a dire che la fenice è stata inventata da J.K. Rowling (sob). Se c'è un'amica sapientona ti viene in mente Hermione Granger e l'amico fedele è ovviamente Ron Wesley, al limite Sam de Il signore degli anelli.
Ciò che mi ha lasciato perplesso però sono due o tre analogie che l'autore ha voluto infilare con non poca furbizia. Il viaggio dell'eroe infatti si compie in tre come in Harry Potter: due ragazzi e una ragazza. E questa è la prima forte rassomiglianza non necessaria.
Inoltre ad un certo punto Percy incontra Mr D (Dioniso) e questo gli dice:
"Bene, bene" esordì Mr D senza alzare lo sguardo. "La nostra piccola celebrità".
che ricorda tanto la famosa frase di Piton in Harry Potter e la pietra filosofale:
"Ah, vedo" disse con voce melliflua, "Harry Potter, la nostra nuova... celebrità".
Sono ingenuamente portato a pensare che questo sia un omaggio, non una specie di plagio: sarebbe troppo evidente. Tutto sommato la leggibilità del libro mi induce a consigliarlo e in qualche modo "sperimentarlo" facendolo leggere ai ragazzi, secondo me va bene dai 10 anni anche se viene indicato dai 12 in su, per vedere se poi questi vanno a consultare un'enciclopedia sulla mitologia greca per approfondire. E non sarebbe male se fosse così.
E il film?
Il film è ovviamente una riduzione del libro e ha tolto alla narrazione di Rick Riordan ciò che c'era di buono. Un esempio? Nel libro inizialmente non si sa chi sia il dio padre di Percy quindi c'è molta attesa, mentre nel film si capisce sin dalla prima scena. La scoperta di essere addirittura figlio di un dio molto importante come Poseidone (fratello di Zeus e Ade) lo rende ovviamente superiore a tutti gli altri semidei del Campo Mezzosangue. Anche la regia di Alfonso Cuarón lascia a desiderare e gli effetti speciali a volte non sono all'altezza. Insomma, come sempre è meglio il libro del film.
Il ladro di fulmini. Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo di Rick Riordan Editore: Mondadori Età di lettura: 12 anni. Prezzo: 17 euro.