sto meglio finalmente , ma…

Da Leucosia

alla fine è passata la burrasca. quasi passata. ancora piena di cortisone. con tutti gli annessi e connessi. e la parestesia va e viene a seconda dei momenti della giornata, ma è sempre meno fastidiosa. e poi finalmente mi sono staccata dalle pareti e non faccio più il geco. oddio ho ancora una paura blu addosso, di cadere. ma cerco di non pensarci. e mi lancio di nuovo nelle faccende di casa perché la casetta purtroppo ha sofferto in quest’ultimo periodo del tocco della sua padrona…nonostante sia stata sostituita dal marito. ma come si dice non è la stessa cosa.

e vabbé  faccende domestiche a parte. questa ricaduta è stata un penoso allenamento per i miei ricordi.

sono ripiombata infatti a quel periodo in cui avevo una poussè ogni due settimane. sì il  mio famoso periodo post partum. quello della gioia di esser diventata mamma e della dannazione di star poco bene. ripiombata in quell’atmosfera.

avvilente.

e non perchè non mi sentissi bene. alla fine della ricaduta pensavo tutto il male possibile, ma ottimisticamente la reputavo soltanto un ennesimo scoglio, che alla fine avrei superato.

è stato il resto. doverla affrontare in pratica da sola. decidere da sola la terapia. valutare i pro e i contro. e poi la solitudine. ragazzi quanta solitudine. badilate di solitudine. quintali. vagonate. concretamente questo mese di ottobre le uniche persone che ho visto sono state: mio marito mio figlio i miei genitori. ah il fisioterapista. ma lui l’ho visto giusto l’ultimo fine settimana. giustamente ero impossibilitata dallo scendere di casa. dall’uscire.

ma che diamine però. improvvisamente spariscono tutti quando uno non sta bene?

e niente. avrei dovuto farci il callo. a questa situazione. che devo mettere in conto. ogni volta che ho una ricaduta. e che non devo farmi il sangue amaro. ma la solitudine è una brutta bestia.  e forse l’unica soluzione è agire d’anticipo e non farmi venire la poussè.