Altra cosa che mi dà sui nervi è che un candidato pulito, serio, rigoroso nel suo mestiere, come lo è Jean-Pierre Guichardaz, sia fra tutti i papabili il più fragile è lo è proprio perché è pulito, serio e rigoroso nel suo mestiere. Paradossale no? Ho sentito frasi come: non lo voterei mai! Alla richiesta di spiegazioni queste le risposte più frequenti: non lo conosce nessuno. Già, chiediamo volti nuovi alla politica, li pretendiamo e poi quando uno si presenta senza tessera e senza un curriculum trentennale trascorso a cambiare poltrone, ecco che questa sua verginità viene vista come un handicap. Altra risposta: perché come ispettore dell’USL mi ha rotto le scatole! Eh già, ancora una volta ci comportiamo da bravi berlusconini in erba: le regole valgono per gli altri, se sono io che sbaglio e vengo giustamente ripreso da uno che è pagato anche da me per svolgere quel compito, ecco che non mi va bene. Preferirei un farabutto, uno che fa finta di niente e magari mi chiede pure una mancetta o un pezzo di Fontina. Così si ragiona. Non stupiamoci troppo se siamo finiti nel baratro. Ci piacciono troppo i delinquenti, i furbetti, quelli che cambiano spesso bandiera pur di stare in piedi, i finti ribelli… . Vi confesso che comincio a diventare razzista sul serio: non sopporto più gli italiani!