Tra le principali obiezioni all’uso di energie rinnovabili come quella solare, c’è la considerazione che è disponibile solo di giorno e non può essere usata durante le ore notturne. Almeno sino a oggi.
Un tema di ingegneri dell’Università del Wisconsin ha infatti perfezionato un rivoluzionario modulo solare capace non solo di generare elettricità dalla luce del sole, ma anche di immagazzinarla al suo interno.
Un’iniziativa nata grazie al lavoro del Prof. Hongrui Jiang e dei suoi studenti, che si sono ispirati al lavoro svolto dal National Institutes of Health (NIH) nella progettazione di una lente a contatto con auto-messa a fuoco capace di adattarsi agli occhi che soffrono di presbiopia.
Così, Jiang e i suoi ragazzi hanno ideato un innovativo design, in cui lo strato superiore di ogni cella fotovoltaica è costituito da un elettrodo convenzionale che “converte” i fotoni in entrata in elettroni.
Un processo durante in quale gli elettroni prendono due direzioni, e mentre la maggioranza fluisce fuori dal dispositivo per supportare il carico di potenza, altri sono dirottati verso un polimero in fluoruro polivinilidene ricoperto di nanofili di ossido di zinco. Il PVDF possiede un’elevata costante dielettrica elevata, elemento necessario alle soluzioni di stoccaggio energetico. ”Quando non c’è il sole, l’energia immagazzinata torna attraverso i nanofili ad alimentare il carico” ha spiegato Jiang.
Certo, molta strada è ancora da fare ma si tratta di un primo passo che potrebbe davvero rivoluzionare il mercato del solare e non solo.
[foto da gigazine.net]