Su suggerimento del nostro collaboratore (nonchè mio fratello) Balam ho ascoltato gli Stoner Train, un terzetto proveniente dalla profonda Russia ma che si porta dietro tutto un mondo musicale parecchio potente e interessante fatto di country e southern rock, con una voce che sembra quella di Tom Waits ubriaco, cioè al massimo delle sue potenzialità, tipico degli USA del Sud.
Ascoltandoli ho ripensato ad una cosa che scrissi parecchi mesi fa sulla sinestesia, ovvero quella capacità destinata solo a pochi individui sulla Terra, di riuscire a percepire gli stimoli esterni con più sensi contemporaneamente: un pò come vedere un piatto che ci piace tanto in tv e contemporaneamente richiamarne in mente il sapore e l’odore come se ce l’avessimo davanti. In realtà si tratta di una specie di iper-funzionamento del cervello che crea non pochi problemi a chi presenta questa peculiarità e spesso questo fenomeno è strettamente correlato con la musica.
Ebbene, snocciolandomi i due album degli Stoner Train ho avuto come la sensazione di sentire in bocca il sapore del whiskey e del tabacco, di sentire l’odore della polvere di strada, i suoni dei deserti aridi degli stati del sud, l’olezzo di vestiti sudati e macchiati di alcool.
Potenza della musica di questo terzetto di ragazzi moscoviti che mischia la tradizione southern con il country più classico e con l’hard rock moderno tirando fuori brani molto interessanti e orecchiabili nonostante il cantante sembri cantare con un serpente a sonagli in bocca, sempre per restare in tema.
Si, è vero, ad un primo ascolto sembrano un po acerbi ma si deve considerare che Serj Gdanian, Johnny Palchikov e Vladimir Teterin si producono quasi da soli i propri dischi e soprattutto, prima che vi scapicolliate a cercarli nei negozi o in modi più o meno legali vi dico subito che Sluts For The Rebels e Rusty Gears, le prime due fatiche del trio, si possono scaricare legalmente e gratuitamente a questo indirizzo.