Da molto volevo scrivere un post su uno degli aspetti più odiosi della società italiana vale a dire: il machismo.
Molto spesso il termine machismo in tv ci viene servito in modo simpatico, ironico e spesso anche come modello da seguire, ma il machismo è purtroppo uno dei mali sociali che affligge vari Paesi e tra questi ovviamente l’Italia.
Prima di scrivere questo post mi sono documentata un po’ sul web e ho letto i pareri a riguardo di vari professionisti quali psicologi e sociologi -e soprattutto di uomini -, che mi hanno fatto riflettere abbastanza.
Ho trovato un’intervista del 2008 ad una psicoterapeuta messicana di nome Marina Castañeda autrice del libro “El Machismo Invisible“.
Di seguito posto qualche passo di questa interessantissima intervista.
“Il machismo è una serie di credenze, atteggiamenti e azioni che hanno la funzione di conservare un rapporto di superiorità degli uomini nei confronti delle donne. Il machismo non ha nulla a che vedere con l’essere uomini quanto piuttosto con il voler dimostrare di esserlo. In una società machista dimostrare di essere uomini significa in primo luogo dimostrare di essere l’opposto di una donna, di non avere nulla di femmineo.Il machista tenta di respingere da se stesso e dagli altri uomini tutto ciò che è associato all’universo femminile. Dal momento che il machista mantiene un atteggiamento di sufficienza nei confronti della sfera femminile, tutto ciò che è femminile va bene solo nella misura in cui è associato a una donna. Non va bene se è associato a un uomo. Ed è per questo che machismo ed omofobia vanno spesso d’accordo.”
Quanta verità in queste parole, e soprattutto quanti comportamenti machisti riusciamo ad individuare intorno a noi dopo aver letto un’analisi così precisa e chiara?
Io, ad esempio, ho sempre notato certi comportamenti e devo dire che mi hanno sempre provocato un forte fastidio.
Per la visione machista la donna quindi è un essere da proteggere e guidare, non per amore ma per senso di appartanenenza.
Per il machista l’uomo deve fare l’uomo il che significa che non deve avere interessi per nulla se non quelli di sostare al bar (o di recente sono molto in voga come punti di ritrovo e svago le agenzie di scommesse), quindi se un uomo invece preferisce passare il suo tempo a suonare uno strumento o a scrivere è un frocio – dico questo termine perchè usato nel loro linguaggio- che non si dichiara o uno alla buona e un po’ toccato.
Quindi l’uomo per il macho deve o non deve:
- NON DEVE piangere e commuoversi è roba da donne o gay
- NON DEVE avere interessi come ad esempio la letteratura, il cinema, la poesia, la musica
- DEVE farsi rispettare dalla moglie (il che significa scenate umilianti o violenza fisica)
- DEVE fare battute volgari e braccetti ai suo degni compari al passare di ogni donna per strada
- tutti i suoi comportamenti DEVONO essere un’ostentazione della mascolinità
Quindi, a quanto pare il machismo è dannoso anche per gli uomini che devono – per questa visione sociale- essere degli esseri privi di sentimenti, intelligenza, interessi e debolezze .
Vi posto un altro passo dell’intervista
“…L’uomo deve essere virile. Puro y duro. L’essere uomini si dimostra disprezzando le donne, squalificandole, tentando di dimostrarne l’inadeguatezza in ogni campo. Quindi si passa a dimostrare di non avere nulla di femminile in sé. Poi si passa a confrontarsi su questo piano con gli altri uomini. Il machismo implica questi sottili meccanismi di controllo e di potere. E succede che i maschi imparino fin dalla più tenera età a squalificare gli altri, a imporre le loro regole, a far valere il loro punto di vista, a negare di ammettere un errore, a spuntarla sempre. Un uomo vero non ha ragione solo qualche volta, ha ragione sempre”.
Anche su questo passo ne sappiamo qualcosa. Per il macho italiano ad esempio, ancora oggi quasi nel 2012 il compito di una donna è quello di accudire lui e i suoi figli. Quindi per un macho una donna non può e non deve interessarsi all’economia, al lavoro, alla politica e all’informazione se lo fa ovviamente verrà o etichettata come troia o perseguitata e umiliata perchè ogni qual volta una donna professionista per lui sbaglierà qualcosa – come ha anche detto la dott.ssa: per lui sempre- per lei ci sarà solo e soltanto la parola “troia” o “questo è un compito da maschi”!
“Fin dalla più tenera età i maschi sono atendidos, assistiti da una schiera di donne. Che si assicurano che ciascuno dei loro desideri venga soddisfatto. La mamma, le zie, le nonne, le sorelle, la balia, … tutte donne che mettono il bambino al centro della loro attenzione. Un bambino abituato a questo, a vedere realizzati i suoi desideri, a ricevere cure 24 ore al giorno, a non essere criticato, ad avere ragione, a ricevere ascolto, crescerà e diventerà un certo tipo di uomo, quel tipo di uomo che chiamiamo machista, un macho. Che, come adulto, pretende di restare al centro dell’attenzione e di avere ragione”.
Cosa sbagliatissima è quello di imporre ai bambini questi comportamenti. Molte volte in questo blog abbiamo denunciato ad esempio l’errore di molti genitori di non voler acquistare al-alla propri* figli* un giocattolo non adatto al proprio sesso di appartanenza.
E’ proprio qui che si vengono a creare la divisione dei ruoli e le differenziazioni tra i sessi. Il machismo infantile troppo spesso viene alimentato dai genitori, che invece di correre ai ripari ed educare il proprio figlio secondo una visione più giusta e aperta, spalleggiano orgogliosi il proprio figlio bullo o sciupafemmine.
Troppo spesso alcune mamme italiane crescono i propri figli come bamboccioni non responsabilizzandoli mai, a cominciare dai compiti più semplici e banali -come rifarsi il letto, tenere in ordine la propria stanza- con la buona scusa che non sono capaci di farlo e attribuendo le colpe di certi errori sempre agli altri -alle altre soprattutto-, tirando così sù un adulto incapace, maschista e non responsabile.
Per quanto riguarda il nostro Paese la dottoressa dichiara :
“L’ultima volta ci ho trascorso tre settimane, tre anni fa. Posso dire che è una società maschilista in termini di divisione dei compiti, sia nella dimensione domestica che nelle interazioni sociali. Gli uomini interagiscono nella loro cerchia, le donne hanno la loro. Basta dare un’occhiata all’interno di un locale pubblico. Si percepisce il pregiudizio maschile nei confronti delle donne”.
Altra cosa verissima. A quanto pare in Italia non si riesce neanche a concepire l’amicizia tra uomo e donna, non esiste la concezione di essa. Proprio come ha dichiarato Marina Castañeda spesso nei locali o per strada si vedono questi interi gruppi composti da soli uomini o sole donne. Questo è un altro aspetto allarmante, perchè in una società se si ha con l’altro sesso solo un approccio sentimentale o di attrazione fisica e non si vede un possibile rapporto di amicizia e di fiducia, beh forse quella società non è poi così libera e aperta come molti ci vogliono far credere.
Personalmente ad esempio posso dichiarare di non avere mai avuto un amico maschio o di aver avuto la possibilità di coltivare un’amicizia maschile, proprio perchè -forse negli uomini ancora di più- c’è questa concezione dell’amicizia solo ed esclusivamente con persone dello stesso sesso.
Molti uomini vedono nell’amicizia uno scambio di dialoghi e interessi goliardici – altra cosa che io non amo- per molti di essi non esiste parlare di una donna con un’amica, non esiste parlare di calcio con una ragazza (sport ahimè prettamente maschile).
Non ci sono ruoli da uomini e ruoli da donna, non ci sono mestieri da uomini e da donna e soprattutto gli scambi di interessi, il passare il tempo libero può benissimo avvenire tra uomo e donna pur non essendo uniti tra loro da “vincoli” quali i sentimenti o il sesso.
Se davvero vogliamo creare una società più libera e democratica dovremmo abbattere questi stereotipi e soprattutto dovremmo abbattere il machismo che porta pregiudizi e danni nell’intera società sia per il genere femminile, per gli omosessuali/lesbiche e anche e soprattutto per gli stessi uomini.
P.s. il pezzo è stato pubblicato anche qui sotto forma di BASTA AL MACHISMO!
Faby