Il flauto è uno dei più antichi strumenti musicali e risale a migliaia di anni fa. I primi esemplari erano di pietra, d’ossa o di conchiglie, lavorati e forati, e utilizzati durante la caccia e nei rituali magici; successivamente di legno o di bambù. Fino al Medioevo i flauti sono stati usati da cacciatori, pastori, musicisti in occasioni festive. Molte le civiltà che adottarono questo strumento a fiato: cinesi, egizi, indiani, persiani, assiri fenici, babilonesi. Testimonianza di ciò le possiamo trovare nei bassorilievi, nelle sculture, nelle incisioni, negli affreschi, nei mosaici. E’ nell’antica Grecia comunque che il flauto acquisisce un importante valore artistico, grazie alla diffusione di due diversi flauti: il “Flauto di Pan”, formato da un numero definito di canne (da 3 a 9) che si riducevano in lunghezza, chiuse da un lato e unite dalla cera, e altri modelli di flauto definiti genericamente “aulos”, che però ebbero maggiore diffusione del flauto di Pan. La costruzione di questi flauti fu copiata dai Romani che chiamarono gli aulos col nome di “Tibie”, essendo spesso realizzati con le tibie degli animali, oltre che con canne, avorio e legno. Con l’avvento del Cristianesimo tale utilizzo viene abbandonato in quanto gli strumenti musicali ricordano i riti pagani e si sviluppa la musica vocale-corale. Per il flauto inizia così un periodo di abbandono che si protrae fino a tutto il Medioevo per rinascere nel 1300 in alcuni paesi dell’Europa occidentale e centrale dove si utilizzano alcuni flauti detti “diritti” oppure “a becco” per il tipo di imboccatura. Sono chiamati anche “flauti dolci” per il suono dolce e vellutato. La definizione di questo strumento ora non è più tibia ma flauto, che deriva dal latino flatus-flare (soffio-soffiare) o secondo alcuni storiografi dall’accostamento delle tre note fa-la-ut. Verso il 1500 il flauto dolce si sviluppa in Italia, soprattutto a Firenze e Venezia dove nascono fabbriche di importanza europea e comincia ad affermarsi una ampia letteratura musicale. Contemporaneamente ai flauti diritti si diffusero anche altri strumenti detti “Flauti Traversi” o “Traversieri” in quanto si suonavano in posizione trasversale da destra a sinistra. Questi strumenti, usati inizialmente in Francia, Germania ed Inghilterra, non furono subito accolti favorevolmente dai musicisti. La caratteristica del flauto traverso è il suono brillante e timbrato. Per la sua costruzione si adoperavano legni pregiati (bossolo, ebano, granatiglia, cocco) e anche l’avorio, con raffinate guarnizioni di madreperla, argento, oro.
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