Storia del libro 2

Da Antiquarium @antiquarium2

A partire dal II secolo dopo Cristo iniziò a circolare una nuova forma di libro, il codex (codice) sia in pergamena che in papiro. Il rotolo continuò ad essere utilizzato ancora per documenti e scritture che venivano poste in schedari o archivi. Il codice ha origine dalle tavolette di legno che gli antichi per secoli usavano per annotare. Se c’era necessità di più spazio per scrivere gli scribi aggiungevano altre tavolette che venivano poi impilate una sull’altra e legate assieme con una corda fatta passare nei fori di un margine. Veniva creato una specie di taccuino che poteva essere composto sino a 10 tavolette. Esistevano  modelli di taccuino più pregiati fabbricati con tavolette di avorio. Gli antichi Romani concepirono un taccuino più leggero e meno voluminoso sostituendo il tipo di materiale (legno o avorio) con fogli di pergamena legati assieme con una cordicella. Il grande successo del codice fu favorito dall’abbondante disposizione di materia prima e dalla diffusione che ne fece la Chiesa a scopi didattici. Il codice è formato da uno o più fascicoli costituiti da vari fogli piegati e inseriti uno nell’altro. A seconda del numero di fogli che lo compone possiamo avere: il bifolio (un foglio), il duerno (due fogli), il ternione (tre fogli), il quaternione o quaderno (quattro fogli), il quinterno (cinque fogli) e così via. Ogni metà di un foglio piegato viene chiamata carta. Nei tempi antichi non era prevista la numerazione delle facciate ma quella delle carte delle quali vengono riconosciuti il recto e il verso.