STORIA DEL PENSIERO DEL XIX SECOLO.Parte 1

Creato il 01 novembre 2011 da Tirsenide

Con il Positivismo la scienza si esalta, si pone come l’unica manifestazione legittima dell’infinito perciò si carica di un significato religioso e pretende di soppiantare le religioni tradizionali.

… il positivismo sociale di Saint Simon,Comte e Stuart Mill, è nato dall’esigenza di costituire la scienza a fondamento di un nuovo ordine sociale e religioso unitario.

… il positivismo evoluzionistico di Spencer, nato dall’esigenza di giustificare il valore religioso della scienza con una misteriosa realtà infinita che ne sarebbe il fondamento.

… entrambe sono metafisiche nonostante le comuni pretese antimetafisiche.

Il Materialismo, che alcuni epigoni deducono dal positivismo evoluzionistico, è esso stesso una metafisica romantica: la deificazione della materia e il culto religioso della scienza.

CLAUDE HENRI DE ROUVROY CONDE DE SAINT SIMON (1760-1825).

Opere :

1802 Lettera di un abitante di Ginevra ai suoi concittadini.

1807 Introduzione ai lavori scientifici del secolo decimonono.

1810 Nuova Enciclopedia.

1813 (inedito fino al 1853) Memoria sulla scienza dell’uomo.

1814 (con A. Thierry) Riorganizzazione della società europea.

1817 L’industria.

1819-20 L’organizzatore.

1821-22 Il sistema industriale.

1823-24 Il catechismo degli industriali

1825 Il Nuovo Catechismo ( o “Nuovo Cristianesimo”)

L’idea fondamentale di Saint-Simon è quella della storia come progresso necessario e continuo. La storia è retta da una legge generale che determina la successione di epoche critiche e di epoche organiche

-   epoca organica → sistema di credenza ben stabilita “che struttura tutto”

-   epoca critica → sistema di ricerca di una credenza “che deve divenire tutto”

L’età organica del medioevo è stata messa in crisi dalla Riforma e dalla Scienza

Riorganizzazione delle scienze e della filosofia che sarà “positiva” e la filosofia positiva sarà il fondamento di un nuovo sistema scientifico, sociale e religioso

La formulazione: “scienze esatte” ↔ “filosofia positiva”, implica che lo sviluppo di una civiltà positiva va in direzione di una nuova fede essenziale, con l’aut-aut “né credenze metafisiche né credenze teologiche”.

Saint-Simon va visto come un profeta dell’organizzazione sociale fondata sulla filosofia positiva.

Il potere spirituale va agli uomini <<… che possono predire il più gran numero di cose >>, gli SCIENZIATI.

Il  potere temporale agli uomini << … imprenditori di lavori pacifici che occuperanno il più gran numero di individui >>.

La società perfettamente ordinata, giusta e pacifica che Saint-Simon preconizza non appare come un ideale regolativo, come un dovere essere che regolamenta e   dirigere l’azione umana, ma come una realtà futura inevitabile, lo sbocco di un processo storico necessario.

L’ultimo scritto di Saint-Simon il “Nuovo Cristianesimo” (1825) definisce l’avvento della società futura come un ritorno al cristianesimo primitivo: << i nuovi cristiani devono sviluppare lo stesso carattere e seguire la stessa marcia dei cristiani della chiesa primitiva … >>.

Il Sansimonismo ebbe in Francia una diffusione notevole: esso contribuì potentemente a formare la coscienza dell’importanza sociale e spirituale (e quindi religiosa) delle conquiste che la scienza e la tecnica raggiungono nel corso del tempo.

Opere disponibili in Italia:

Nouveau Christianisme. Dialogues entre un conservateur et un novateur, Feltinelli, Milano (Collez. Biblioteca Europea, 2011).

“ … la società attuale è il mondo alla rovescia” (da “L’organizzatore”, 1819-1820)

<< Parabola.

Supponiamo che la Francia perdesse all’improvviso i suoi cinquanta migliori fisici, i suoi migliori cinquanta chimici, i suoi migliori (50) fisiologi [...] matematici, poeti, pittori, scultori, musicisti, letterati, meccanici, ingegneri civili e militari, artiglieri architetti, chirurghi, medici, farmacisti, marinai, orologiai, […] banchieri, commercianti, agricoltori, fucinatori, fabbricanti d’armi, conciatori, tintori, minatori, produttori di panno … seta … tela … fabbricanti di ceramica, incisori, fabbricanti di cristalli, vetro, muratori, carpentieri, falegnami, maniscalchi, coltellinai, fonditori, …che nel loro complesso rappresentino i tremila migliori scienziati, artisti e artigiani di Francia. Questo uomini sono, tra i francesi, i produttori per eccellenza coloro che forniscono i prodotti più importanti, che dirigono le imprese più utili alla nazione, che la rendono feconda nelle scienze, nelle belle arti, nelle arti e nei mestieri; […].

La nazione pertanto, ove li perdesse, diventerebbe un corpo senza anima; precipiterebbe immediatamente in un condizione di inferiorità nei confronti dei paesi di cui oggi è rivale, e resterebbe in questo stato di subalternità finché non avesse posto riparo a questa perdita; finché non le fosse ricresciuta una nuova testa …

Facciamo ora un’altra ipotesi che la [Francia]… abbia la sventura di perdere [nello] stesso giorno, Sua Altezza il fratello del Re, il duca d’Angouleme, il duca di Berry, il duca di Borbone, la duchessa … supponiamo che contemporaneamente perda tutti i dignitari della Corona, tutti i ministri di Stato (con o senza portafogli), tutti i consiglieri di Stato, tutti i referendari … i marescialli, cardinali, vescovi, vicari generali e canonici, tutti i prefetti e i sottoprefetti,, tutti i funzionari ministeriali, tutti i giudici nonché i diecimila proprietari più ricchi che conducono una vita da nobili.

Questo infortunio affliggerebbe indubbiamente i francesi, perché hanno buon cuore … Ma la perdita dei trentamila individui reputati i più importanti dello Stato … non ne verrebbe alcun danno politico allo Stato. Innanzitutto perché sarebbe assai facile occupare i posti restati vacanti. Molti sono i francesi in grado di esercitare la funzione del fratello del Re… di duca … di duchessa…  [questi] non danno alcun contributo all’avanzamento delle scienze, delle belle arti, delle arti e dei mestieri … Essi nuocciono fatalmente alla prosperità della nazione privando, come è loro costume, gli scienziati, gli artisti e gli artigiani del più alto grado di considerazione che spetterebbe loro legittimamente …

L’organizzazione sociale è poco progredita.

Perché coloro che dispensano gli onori e gli altri riconoscimenti della nazione devono la loro posizione di predominio esclusivamente al caso della nascita, all’intrigo o ad altre azioni poco raccomandabili.

Perché coloro che sono investiti del compito di amministrare gli affari pubblici si spartiscono, annualmente, la metà del gettito fiscale e non utilizzano neppure un terzo della restante parte in maniera utile per gli amministrati.

Queste ipotesi dimostrano che la società attuale è davvero un mondo allo rovescia >>.

  

CHARLES FOURIER (1772-1835).

Trattato dei quattro movimenti e dei destini generali (1808).

Trattato di associazione domestica e agricola o Teoria dell’Unità Universale (1822).

Il Nuovo Mondo Industriale (1829).

Tranello e ciarlatanismo delle due sètte: Saint-Simon e Owen (1831).

La Falsa Industria (1835).

L’idea dominante in Fourier è che esista nell’universo un piano provvidenziale nel quale rientrano l’uomo, il suo lavoro e la sua organizzazione sociale … << un codice passionale … applicabile a tutta l’umanità che ha dappertutto le stesse passioni >>. In altri termini, l’organizzazione sociale deve rendere attraente il lavoro cui l’uomo è chiamato e quindi il posto che egli occupa in esso. Deve quindi non reprimere le passioni e l’inevitabile tendenza al piacere, ma utilizzarle nel loro massimo rendimento.

Falansterio → società a regime comunistico, con libertà di rapporti sessuali e regolamentazione e del consumo e della produzione di beni (definizione impropria, ndr)

Una volta organizzato il sistema  di attrazione industriale << … il popolo troverà tanta soddisfazione e stimolo nei suoi lavori che non consentirà a lasciarli, in cambio di feste, balli o spettacoli offerte nelle ore delle sedute industriali >>.

PIERRE-JOSEPH PROUDHON (1809-1865).

1840 Che cos’è la proprietà?

1843 La creazione dell’ordine nell’umanità.

1846 Sistema delle contraddizioni economiche.

1852 La rivoluzione sociale.

1853 Filosofia del progresso.

1858 La giustizia nella rivoluzione e nella chiesa.

1861 La guerra e la pace.

L’idea della storia in Proudhon  è simile a quella di Saint-Simon, Fourier e Owen: la storia è incessantemente tendente al progresso. Ma motore della storia è la legge di Giustizia. La giustizia << … come prima e ultima parola del destino umano individuale e collettivo, la sanzione iniziale e finale della nostra beatitudine >>. La giustizia come *pressione dell’essere collettivo sull’io individuale (il primo modifica il secondo a sua immagine) e come **facoltà dell’io individuale che, senza uscire dal suo foro interiore sente nella dignità nella propria persona e si trovi così, pur conservando la sua individualità, identico e adeguato all’essere collettivo.

Nel primo caso la giustizia è esterna e superiore all’individualismo ed è posta o nella collettività sociale considerata come essere sui generis o nell’essere trascendente di Dio. Nel secondo caso, la giustizia è intima all’io, omogenea alla sua dignità eguale a questa stessa dignità moltiplicata per la somma dei rapporti che costituiscono la vita sociale. Il Primo sistema è quello della rivelazione , il Secondo sistema è quello della rivoluzione.

Le religioni sono fondate sulla trascendenza della giustizia (esteriorizzazione nella LEX) La rivoluzione è fondata sull’immanenza della giustizia (è un fatto interiore, nella coscienza e nella storia dell’umanità).

<< Se la giustizia non è innata all’umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la società umana non ha leggi proprie che il soggetto collettivo non ha costume;  che lo stato sociale è uno stato contro natura, la civilizzazione è una depravazione, la parola, le scienze e le arti effetti della non ragione e del’immoralità: tutte proposizioni che sono smentite dal senso comune >>. La GIUSTIZIA come divinità immanente nel senso che altri romantici (ad es. Lamennais) avevano intuito.

Altro concetto: la Ragione Pubblica, intesa quantitativamente e qualitativamente superiore alla somma delle ragioni individuali.

L’organo della Ragione Pubblica è quello stesso che risiede la forza collettiva, “il gruppo, la compagnia, le scuole, le accademie, i municipi, il club, il giurì”. Il progresso non è che la realizzazione della giustizia. La Storia è dominio della libertà: per Proudhon il dominio della libertà è libertà dal Dominio.

Tra le manifestazioni della filosofia sociale dell’Ottocento, la dottrina di Proudhon è fra quelle che danno maggior rilievo alla libertà dell’uomo nella storia. Pur ammettendo il progresso come realizzazione progressiva di un ordine immutabile, Proudhon riconosce l’essenza del diritto della rivoluzione nella possibilità dell’uomo di opporsi a quest’ordine. Come questa possibilità si concili con l’immensa realtà della giustizia è un problema che a Proudhon non si presenta … ma che mise in crisi l’idea stessa del Progresso.



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