I nostri antenati vivevano in sintonia con la natura e distinguevano i vari momenti del giorno in modo automatico, senza la necessità di riferimenti orari. Sentivano il fascino del sorgere del sole e del tramonto e da ciò probabilmente è derivato il bisogno di un segno ad indicare quando il sole raggiunge l’apice nel cielo. Si può dunque pensare che i primi orologi solari indicassero solo il mezzogiorno; in seguito avendo bisogno di ulteriori riferimenti orari si è giunti alla nascita del vero e proprio orologio solare. Ci sono alcuni metodi o sistemi che vengono utilizzati: il Temporario che suddivide in 12 ore il periodo che va dal sorgere del sole al tramonto, perciò la durata delle ore varia costantemente col mutare delle stagioni. Questa suddivisione viene anche chiamata planetaria, giudaica o canonica. Il sistema babilonese che suddivide il giorno in 24 ore uguali a partire dal sorgere del sole. Il sistema italico che suddivide il giorno in 24 ore uguali a partire dal tramonto e il sistema astronomico o civile o detto anche ”francese” che suddivide il giorno in 24 ore uguali a partire dalla mezzanotte.
Il più semplice congegno utilizzato è la meridiana, un tipo di orologio solare che segna solo il mezzogiorno cioè indica quando il sole è sopra il meridiano solare. Con riferimento alle nostre latitudini la meridiana risulta come un segno rettilineo detto “linea meridiana”, che va da Nord a Sud, disegnato su un piano orizzontale e un palo verticale, detto “gnomone o stilo”, posto all’estremo Sud del segno stesso. Quando l’ombra del palo cade sul segno rettilineo, il Sole si trova al culmine ed è il mezzogiorno solare vero. Praticando tale metodo l’imperatore Augusto fece costruire un grande orologio solare che segnava le ore temporarie e collocò in Campo Marzio, come gnomone, l’obelisco del faraone Psammetico II. Questo obelisco ora lo troviamo in Piazza Montecitorio.