La moda femminile del tempo di Luigi XV è ben rappresentata dalle più celebri donne del re.
La prima è Madame Pompadour, un’affascinante borghese che, secondo la leggenda sedusse il re proprio con la sua eleganza e determinò la formazione dello stile del primo rococò.
Il periodo Storico del Rococò è caratterizzato da fantasia e stravaganza, soprattutto negli abiti femminili, che sono quindi più ricchi di elementi decorativi e realizzati nei colori pastello.
Il modello più diffuso nell’abbigliamento femminile era la robe volante (abito fluttuante), che era un’evoluzione del noto degligè presentato da Luigi XIV. Era caratterizzato da una veste dorata di ampie pieghe sopra le spalle, che ricadeva morbida fino a terra, allargandosi su una sottogonna rigida. Al di sotto il busto era trattenuto in un busto molto stretto.
Successivamente quest’abito fu sostituito dalla robe à la française, questi era costituito da il mantello, la gonna, una pettorina triangolare che copriva il seno e l’addome chiudendo l’apertura anteriore dell’abito. Questi elementi venivano indossato al di sopra del busto e della sottogonna, chiamata panier, che a loro volta definivano insieme la silhouette del corpo femminile.
In seguito al grande sviluppo dei commerci delle sete a Lione e lo sviluppo delle tecniche per la colorazione dei tessuti, ci furono abiti sempre più sfarzosi ed eleganti. Inoltre si sviluppò la moda borghese di guardare alle usanze della società inglese, che venivano imitate in tutto, quindi anche negli abiti.
Questo portò alla diffusione dell’abito robe restroussée dans les pochese, che era un abito che prevedeva la presenza di tasche nella gonna, cosa molto pratica e diffusa anche negli ambienti più umili per questioni di praticità nel lavoro.
In seguito questo stile fu soppiantato dalla cosiddetta robe à la polonaise, dove la parte posteriore della sopraveste era divisa in tre sbuffi fermata in alto tramite dei cordoncini.
Quando invece le pieghe del dorso venivano riprese fino alla vita, si parla di robe à l’anglaise che consisteva in un abito formato da un corpetto aderente dal quale, sul dietro, i lembi drappeggiati scendevano fino al suolo formando lo strascico.
In seguito nel periodo della Rivoluzione, la pettorina e la gonna furono tagliate su un unico pezzo di tessuto e ne derivò un abito composto da un solo elemento, che fu detto habit-chemise.
Nel periodo Rococò rivestono grande importanza le acconciature: sempre più vistose e imponenti. Le dame si facevano sistemare i capelli in acconciature imponenti e sempre più alte, che venivano realizzate grazie all’uso di rotoli di carta, ferri caldissimi , inumiditi con succo d’ortica ed infine fissati con composto a base di radici di rosa, legno d’aloe, corallo rosso , ambra, fagioli e muschio. In questo modo venivano incipriati.
Le chiome femminili aumentano sempre di più con l’aggiunta di capelli naturali e finti, crini di cavallo, in modo che formassero un insieme piramidale. L’impalcatura veniva fissata con grandi spilloni.
L’obiettivo di queste acconciature “architettoniche”, oltre a quello di sorprendere, era quello di durare il più possibile, anche diversi giorni. Così i capelli venivano fissati con spilloni e ciprie e siccome tutti questi prodotti irritavano il cuoio capelluto si spalmava una pomata, che nel giro di pochi giorni diveniva rancida e causava pruriti e mal odori. Era inoltre diffusa una scarsa igiene e circolavano spesso pidocchi. Le dame erano solite portarsi un bastoncino con all’estremità una manina d’avorio per grattarsi la testa.
Queste grandi acconciature provocavano un forte eccesso sanguigno alla testa, che causava mal di testa e affaticamento della vista, oltre al fatto che impediva alle donne di entrare nelle carrozze o alle volte passare dalle porte!
Il più grande parrucchiere della corte francese di Maria Antonietta era Leonard, famoso in tutte le corti e richiestissimo anche a Napoli.
Anche nelle calzature si punta all’esagerazione : le scarpine da cerimonia sono oggetti di lusso , realizzate in tessuti pregiati e ornate di gioielli, perle e diamanti. Oppure, in altri casi l’altezza dei tacchi venne aumentata, arrivando ad adottare anche calzature esotiche, come quelle dell’abbigliamento “alla turca”, che sembrano quasi dei trampoli.
La stessa cosa vale per il trucco, usato abbondantemente, fino a trasformare il viso in maschere di cipria bianca, sia per gli uomini che per le donne.
Invece, per quanto riguarda i copricapi, furono molto usate le cuffie e i berretti, spesso coperti da un leggero velo nero chiamato mantille.
Con le acconciature più voluminose si portava invece la toque, un cappello con falda, disposto obliquamente sul capo.
Per le attività di svago come le passeggiate, ma soprattutto la caccia e l’equitazione le signore portavano spesso il tricorno.