Storia di Marilena la regina

Creato il 23 aprile 2012 da Abattoir

lunedì 23 aprile 2012 di L'Abattoir

di Chiara Catanese

Oggi voglio raccontarvi una fiaba.
C’era una volta, su questa nostra Terra, una ragazza di nome Marilena. Per tutti, ovunque, dicevi Marilena, dicevi gioia. Con i suoi ventiquattro anni, svolazzava per il mondo sul suo aquilone colorato di gioia di vivere. E proprio “Coloriamoci la vita!” era il suo slogan, cui infondeva vita in ogni modo: la passione per il make-up la portava a dipingersi in volto bellissime opere d’arte o a far risaltare ancora di più i suoi occhi con ombretti dai colori vivi e sofisticati, sapientemente stesi; con la sua creatività restituiva al bello e all’utile oggetti che non servivano più all’uso per cui erano nati. Ma soprattutto, il suo inno all’entusiasmo e alla bellezza viveva nel suo luminoso sorriso.
Nei luoghi di studio, fra gli amici, era apprezzata da tutti e il suo talento era riuscito a varcare i confini della sua città e diffondersi in tutto il mondo.
La ragazza, infatti, un giorno aveva trovato, nella ragnatela del mondo parallelo di Web, un sistema per poter trasmettere ovunque dei video e scambiare pareri con tutta la gente del mondo. *
A Marilena non interessava apparire, ma la volontà di condividere le sue passioni era troppo forte. E così prese la sua decisione: anche lei avrebbe avuto il suo spazio in quel mondo. La sua semplicità, simpatia, talento, l’intelligenza del cuore e della mente attirarono tantissime persone, ragazze che ascoltavano i suoi consigli sul make-up, prendevano spunto da una sua idea per un trucco da sera, restavano ammirate dalla sua creatività. La cosa che la rendeva più felice era poter essere utile e il contatto con loro diventava per lei sempre più importante.
Tutti vedevano splendere la luce di Marilena, eppure, bambina, aveva affrontato le tenebre: a nove anni aveva dovuto  combattere un terribile nemico, sconfitto con coraggio, ma in ricordo era rimasta una stampella. Visto che la gente vede per prima cosa l’apparenza e spesso si ferma a quella, pur essendo una ragazza bella d’ aspetto, capitava che un passante distratto notasse la stampella – scambiandola per un segno di debolezza – piuttosto che la sua luce e non afferrasse la sua natura di combattente. I video-amici erano ancora all’oscuro di tutto ciò.Un triste giorno, il ricordo prese di nuovo le forme della realtà, il nemico stava ritornando, e Marilena doveva prepararsi ad affrontare una nuova battaglia. Tornò a vestire i panni della principessa guerriera e con immenso coraggio decise di svelare la sua identità agli amici, perché di una cosa era sicura: la battaglia non le avrebbe impedito di dedicarsi alle sue passioni e alle persone a cui voleva bene. Avvisò i suoi amici: la lotta è dura e restano i segni, “Non vi preoccupate di vedermi così”. Si mostrò anche con la sua divisa da guerriera, scelta e realizzata da lei: foulard belli e sfiziosi da tenere in testa, come si addicono a una ragazza come lei, trucco che vinceva i lividi e si abbinava ai colori dei suoi abiti, e soprattutto una luce nei suoi occhi, nella voce, nei gesti, nelle parole, che brillava sempre di più. Bella, anche se il nemico vigliacco nelle zuffe le tirava tutti i suoi bellissimi capelli. Gli amici le mostrarono tutto il loro sostegno e le si strinsero attorno come non mai. La guerra la teneva lontana da casa per lunghi periodi e in quei momenti loro sentivano la sua mancanza, le rivolgevano pensieri e preghiere, le lasciavano messaggi che avrebbe letto al suo ritorno. E quando ritornava, Marilena li leggeva, si rammaricava di non poter sempre rispondere a tutti uno per uno e aggiornava sulla sua situazione: per passare il tempo e non far occupare tutta la mente dal nemico, nei momenti liberi si inventava nuovi passatempi creativi e faceva progetti per il futuro. Non preoccupatevi, diceva, la guerra è dura ma anche là ho degli amici, altre persone che combattono insieme a me, un rifugio accogliente.

Dopo quelle parole, passavano i giorni, le settimane, i mesi, ma Marilena non ritornava.
Un brutto giorno il fratello lasciò un messaggio ai video-amici: non potremo vedere più Marilena con gli occhi, il nemico ha preso il suo corpo. Nei  cuori degli amici si raccolse tutto il dolore del mondo.
Ma una fiaba non dovrebbe avere un lieto fine?, direte. Guardate bene: in realtà, il nemico non ha sconfitto Marilena. Al contrario, lei ha compiuto un incredibile prodigio: non si è fatta piegare dalla terribilità di quanto stava vivendo, ma ha continuato a far splendere bellezza dentro e attorno a sé. Miracolo, con animo e mano d’artista volgere la cosa più terribile in bellezza: troppo bella dentro per non continuare ad inseguire la Bellezza, e guardare ad essa, e seminarla attorno a sé, sempre e comunque, fino all’ultima forza.
Così, Marilena rivelò il mistero della sua natura, la natura di una persona speciale – forse un angelo – mandata sulla Terra per essere testimone di Luce, Bellezza e Amore fino allo stremo. I suoi amici continuarono sempre a sentirla vicina e lei lo era davvero, la sua presenza ci sarà sempre, tutti coloro di buona volontà e di buon animo guardarono per sempre a lei come ad una regina, con la sua vertiginosa e disarmante dignità e il suo animo grande più dell’oceano; e qualcuno trovò una risposta alla presenza del dolore: indicare dove splende davvero la Vita: nel suo chiedere di essere colta nella semplice gioia di esserci.

Forgive me please for hurting so, Don’t go away heartbroken…”**

*Si tratta di YouTube, dove Marilena era presente con il nick Missfrizzantina87. I suoi video (in alcuni, come Un video e l’ultimo racconta della sua battaglia) sono ancora lì, e vi invito a guardarli per poter capire perché è speciale. La sua luce mi ha conquistata, incappando in uno di essi sul make-up e venendo a sapere della sua storia.
Ho trovato stupefacente, prodigioso che scrivendo di una storia tanto tragica, ho pronunciato tante volte la parola “bellezza”, talmente tanta bellezza questa ragazza ha dentro. Con straordinario coraggio ha voluto dare una testimonianza preziosa per tutti e in special modo per chi si trova a lottare come ha fatto lei. E possa essere la sua storia anche un monito ad aiutare tutti la ricerca contro il cancro. Ciò che ho scritto è da considerare come un piccolo, piccolissimo omaggio ad un’anima tanto grande. La forma della fiaba è venuta da sé, un’anima tanto lieve e pura come la sua non poteva ispirare altro. Spero tutto questo non suoni inopportuno ai suoi cari – a cui va tutto il mio pensiero e il mio affetto – e a chi ha avuto la fortuna di conoscerla davvero. Il fatto è che non si può restare indifferenti a tanta Luce.

** È un verso della canzone Marlene Dietrich’s Favourite Poem di Peter Murphy, canzone a cui lei mi ha fatto pensare e che voglio dedicarle. Qui c’è (anche) la serenità di fronte alla morte, l’abbandono verso qualcosa di grande e bello, un senso pieno e tantissima Luce. E come se la vita le chiedesse scusa del dolore che le ha fatto conoscere, ma qualcosa mi fa pensare che pur con tutto lo strazio, la sua Bellezza e il suo Amore l’hanno aiutata a non andare via con il cuore spezzato, e a risanare anche i nostri, di cuori.

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