Si pensa che il piccolo agglomerato urbano, caratterizzato dalla presenza di una stupenda cappella che ricorda quella del Brunelleschi a Firenze, fosse presente già dall'anno mille, ma le prime documentazioni scritte ed ufficiali risalgono al 1560.
Oggi la Fattoria è un delizioso b&b gestito da Edith, di origini altoatesine, e da sua figlia Sophie.
Il destino e l'amore per la Toscana le ha portate qui 15 anni fa ed il rudere di allora si è trasformato con lavoro duro ed una visione chiara, nell'attuale Fattoria.
Il piccolo borgo è circondato da 30 ettari di terreno, boschi fitti in cui possono trovarsi anche pini marittimi ed un totale di 6 ettari di vigne da cui si produce Chianti Classico DOCG e vini Igp.
Edith è la padrona di casa, sempre presente, regina della cucina (tiene quotidianamente dei corsi di cucina Toscana per i suoi ospiti) e del ristorante.
Sophie, classe 1988, è l'anima dell'azienda agricola.
Questa giovane donna racconta con orgoglio di essere una Imprenditrice Agricola Professionale (IAP) e se oggi sento il desiderio di trasmettervi la sua storia, è perché poche volte mi sono trovata di fronte ad una gioventù così determinata e desiderosa di condividere le proprie opportunità con chiunque abbia la medesima visione della vita.
Dopo una lunga esperienza nell'ambito vitivinicolo, che l'ha portata a viaggiare anche molto lontano ed a lavorare duramente perché la terra non accetta compromessi, oggi Sophie si trova a gestire la fattoria di famiglia e vuole farlo fortissimamente, ma non da sola.
Ha capito che da soli non si va da nessuna parte e in un'economia che lascia giovani di belle speranze al palo, lei sa che solo restando attaccati alla terra si ha una speranza.
Mentre racconta il suo sogno, osservo questa giovane donna bellissima, forte, solidamente attaccata alla sua visione: mi ricorda un albero dalle radici profonde che difficilmente un colpo di vento potrebbe smuovere.
Sophie sa che la sua fattoria ha un enorme potenziale e che da sola non potrà mai farlo emergere, così pensa: e se qualcuno avesse un sogno come il mio ma gli mancasse la base, la terra, il luogo dove realizzarlo?
Così piano piano, quella che all'inizio le sembra una cosa impossibile, oggi diventa "Semi di Futuro".
Sophie decide di cercare delle idee di "business agricolo", in grado di poter sfruttare in maniera efficace ed innovativa le risorse della fattoria.
E per fare questo lancia un concorso aperto a chiunque abbia un'idea.
Non c'è limite di età ma neanche di settore.
Le idee non dovranno essere dirette esclusivamente all'ambito agricolo ma anche alla ricettività e ristorazione, realizzabili a Tregole.
Tregole, sotto la spinta di Sophie, diventa quindi un laboratorio di idee che ovviamente dovranno avere una sostenibilità in termini economici, ma essere coerenti con quelle che sono le caratteristiche dell'azienda.
La raccolta di idee avrà una durata di 6 mesi, durante i quali Sophie ed una giuria di esperti, valuteranno i progetti.
Il vincitore diventa quindi artefice del proprio sogno, affiancato da Sophie.
L'autunno è già arrivato sulle Colline del Chianti eppure è proprio in questa stagione che il suo fascino raggiunge l'apice.
Soprattutto quando la natura rinnova la sua sfida. Che non sempre si può battere.
Oggi, le Colline del Chianti sono attraversate da orde di daini.
Negli ultimi 5 anni questo incontrollato popolamento, è diventato una vera e propria piaga.
Ne sanno qualcosa i contadini ed i viticultori locali.
Sophie per esempio, ci raccontava che da un vigneto da cui ottiene mediamente 60 quintali di uva, quest'anno ne è riuscita a salvare solo 5.
Questo è un graspo che ha subito la visita di un daino.
I cerbiatti sono ghiotti di uva. A nulla servono recinzioni, escamotage a base di feromoni e qualsiasi altra azione coercitiva.
Loro riescono sempre ad arrivare e sono peggio delle locuste.
Chi cerca il silenzio ma anche la bellezza, la magia ed un'atmosfera capace di riportarti alle cose essenziali dell'esistenza, a Tregole può trovarle.
A partire da una cucina assolutamente vera e di sostanza.
Turisti da tutto il mondo vengono per conoscerlo e sentirlo raccontare e chi passa da Tregole non può perdersi il Chianti di Dario.
Personalmente auspico che l'esempio di Sophie divenga un modello di sviluppo intrapreso da molti e che tante idee arrivino a Tregole come pulsanti e rigogliosi semi di un futuro possibile.