Nella foto sotto, scattata il 6 febbraio di quest'anno, lo si intravede sulla destra.
Il cancro del cipresso è una patologia fungina, provocata dal fungo Seridium cardinale, in grado di provocare ingenti perdite. La malattia si manifesta con la formazione, lungo il fusto o branche principali, di cancri che emettono abbondante resina; ciò determina il disseccamento della parte soprastante.
Il fungo si sviluppa in particolare nelle stagioni primaverili ed autunnali.
Mi ricordo che i tronchi li portammo in una segheria vicino ad Empoli, e che adesso non c'è più. Al suo posto oggi c'è un centro commerciale. Storia poco originale, vero?
Ne facemmo tavole, molte le usammo per fare i semenzai per le piantine del tabacco, che coltivavamo. Altre furono usate per fare tavoli e scaffali per la cantina.
Comunque, all'inizio, quel cipresso sembrò essere stato risparmiato dalla malattia. Invece, dopo un po' di tempo anch'esso si ammalò, e nel breve giro di quell'inverno la chioma seccò. Non si decise di abbatterlo subito, così passò un po' di tempo.
Pian piano, dopo qualche anno, la chioma ricominciò a farsi verde, fino a ridiventare rigoglioso, e crebbe anche notevolmente.
Dalle sue spore, lungo la scarpata del cavalcavia che oltrepassa la ferrovia fino all'ingresso della superstrada (FI-PI-LI), sono poi nati numerosi nuovi cipressi.
Di questa storia ne ho trovato traccia nel tronco dell'albero abbattuto.
Oggi, con l'aiuto del mio cognato, ho spezzato chioma e tronco per farne legna da ardere.
Purtroppo, alla base del cipresso, una colonia di formiche ha svuotato la parte necrotizzata, indebolendo l'albero.
Giovedì scorso, la folta ed alta chioma, fatto da vela al forte vento, ed il tronco, indebolito alla base ed all'interno, ha ceduto.